Via libera all’abbattimento dei cinghiali grazie a una sentenza della Corte costituzionale, che consente anche agli agricoltori provvisti di tesserino di caccia, ad altri cacciatori abilitati, alle guardie giurate, alle guardie venatorie e a quelle ambientali volontarie di prendere parte alle operazioni di riduzione del numero degli animali selvatici a patto che siano appositamente formati.
La notizia è stata accolta molto positivamente dalla Coldiretti: “Accogliamo con grande soddisfazione – dice il presidente Mauro Pacifici – il via libera all’abbattimento dei cinghiali, che con l’emergenza Covid si sono moltiplicati e sono cresciuti inevitabilmente anche i danni registrati dagli agricoltori, ormai ingenti. Una situazione che mette in pericolo anche la sicurezza stradale a causa dei numerosi incidenti che si sono verificati, alcuni purtroppo anche mortali”.
“Siamo davanti ad un cambio epocale di direzione rispetto all’orientamento seguito negli ultimi quindici anni – aggiunge Pacifici – che aveva portato a bocciare i provvedimenti assunti dalle varie Regioni, le quali avevano tentato di aprire alla possibilità di ampliare l’elenco tassativo dei soggetti incaricati della caccia di selezione previsto dalla legge quadro. Come Coldiretti Viterbo ci siamo più volte mobilitati sulla questione, chiedendo l’istituzione di un tavolo di confronto per dare risposte rapide in merito ai danni subiti dai nostri agricoltori e tentare di raggiungere una soluzione. E più volte abbiamo chiesto alla Regione di sbloccare gli indennizzi”.
La Suprema Corte, nel pronunciarsi sul ricorso al Tar della Toscana, presentato da alcune associazioni ambientaliste, ha riconosciuto che l’aumento dei cinghiali e la riduzione del personale incaricato di controllarli, ha aumentato il rischio di danni alle coltivazioni agricole, ma anche alla stessa sicurezza dei cittadini, visto l’aumento degli incidenti stradali causati dagli animali selvatici.
“La proliferazione senza freni dei cinghiali – continua Pacifici – sta compromettendo l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali anche in aree di elevato pregio naturalistico. Abbiamo attivato lo scorso anno un modulo attraverso le Atc territoriali, per ricevere in tempi rapidi e senza le lungaggini burocratiche, segnalazioni degli agricoltori che hanno subito dei danni. L’aspetto preoccupante è che molti di loro, sono talmente scoraggiati dalla mancanza di semplificazione, che neanche denunciano. Questo rischia di non far avere alle istituzione contezza reale della gravità del fenomeno”.
Stando ad un’indagine realizzata da Coldiretti/Ixè, oltre 6 italiani su 10, pari al 62%, hanno paura dei cinghiali e quasi la metà, dunque il 48%, non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata da questi animali. Una situazione arrivata al limite tanto che più di 8 italiani su 10, cioè l’81%, sempre secondo l’indagine, pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti incaricando personale specializzato per ridurne il numero.