E’ andata deserta l’assemblea dei soci di Talete (i sindaci dei Comuni), convocata per eleggere il nuovo consiglio di amministrazione. O meglio, come emerso nell’ultimo Consiglio comunale di Viterbo (socio di maggioranza relativa), per mettere subito ai voti la proposta, votata da Lega, Fratelli d’Italia e Luisa Ciambella del Pd (da cui era partita l’idea iniziale), di commissionare uno studio approfondito dei bilanci, anche detto due diligence, dal quale prendere le mosse per capire quale strada intraprendere per il futuro della società.
Di fatto, con la decisione di far saltare l’assemblea, presa dai partiti a livello provinciale, e dal momento che per legge il nuovo cda va nominato entro 45 giorni dalla scadenza di quello precedente (in questo caso entro il 28 febbraio), la due diligence sarà successiva all’insediamento del nuovo cda o amministratore unico. Venendo con ciò a mancare quel principio di terzietà che era insito nell’ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale di Viterbo. In altre parole, la due diligence a questo punto verrà gestita dall’amministratore che si insedia, con tutto ciò che ne consegue a livello politico.
Nessun passo indietro, dunque, della politica come chiesto da più parti, se è vero che il Pd panunziano e Forza Italia, in questo momento, stanno cercando di definire a monte la strada da seguire. Strada che i sindaci si troveranno dunque indotti a perseguire.