Tirano un sospiro di sollievo i comuni dell’Alta Tuscia dopo l’accoglimento, da parte del Consiglio di Stato, dell’appello alla sentenza del Tar che aveva dato il via libera al progetto geotermico di Torre Alfina. Di fatto, l’impianto non si farà più e oltretutto, a questo punto, le motivazioni addotte dal Consiglio di Stato nell’accoglimento dell’appello faranno da apripista anche per il contenzioso in atto sulla centrale di Castel Giorgio. In questo caso è attesa nei prossimi giorni la pubblicazione della sentenza del ricorso al Tar, presentato da oltre 20 Comuni della zona, discusso a gennaio.
La sentenza del Consiglio di Stato, notano i sindaci dell’Alta Tuscia, è importante per tre ragioni: 1) nello specifico accetta il principio dell’incompatibilità ambientale dell’impianto geotermico proposto a Torre Alfina, che può avere rilevanza anche in riferimento ad altri progetti vicini, primo tra tutti quello di Castel Giorgio; 2) lo stesso principio può valere anche per altro tipo di progetti (eolico, fotovoltaico a terra, scorie nucleari, ecc.) che compromettono l’ambiente e il paesaggio, che sono valori non secondari per il territorio; 3) accettando le istanze dei Comuni, si afferma il concetto che sono protagoniste del loro destino le popolazioni locali e le istituzioni che democraticamente le rappresentano. Non si tratta della “sindrome nimby”, ma del principio, riconosciuto dalla Costituzione secondo il quale i territori decidono il loro assetto e il loro sviluppo. Non c’è nessun interesse di impresa che può prescindere da questo.
Il testo completo della sentenza all’indirizzo http://www.comuneacquapendente.it/…/sentenza_consiglio..