Riprendere in mano il Quaderno bianco sulla scuola – documento carico di pedagogia, ricerca, benchmarking, docimologia, che tra le altre cose ha portato a dieci anni l’obbligo di istruzione, facendo in modo che fino al biennio delle scuole superiori i ragazzi stiano in classe – frutto di una collaborazione tra il ministero della pubblica istruzione, il direttore del Centro studi di Bankitalia, i tecnici del Mes e la partecipazione della
società civile, del mondo sindacale.
A lanciare l’invito, convinto che “il professor Mario Draghi ricorderà quel lavoro”, l’ex ministro della pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, indicato da un sondaggio del sito Tecnica della scuola il miglior ministro dell’istruzione degli ultimi 20 anni.
Commentando con l’Adnkronos le indiscrezioni sulla scuola emerse
nelle consultazioni del presidente incaricato, Fioroni sottolineando la “grande attenzione verso i giovani e la formazione dimostrata da Draghi”, ricorda di aver chiesto un incontro con l’allora governatore di Bankitalia e, “partendo da uno studio sulla capacità di ricaduta sul Pil di investimenti in istruzione e formazione dei giovani, fatto appunto da Bankitalia”, propose “una collaborazione per realizzare una programmazione che mettesse insieme lo sviluppo demografico, il numero di docenti necessario nell’arco di un decennio, l’aggiornamento professionale dei docenti, la fine della scuola come sistema precarizzante, investimenti strutturali e programmazione”.
“Il professor Draghi – ricorda ancora Fioroni – diede non solo indicazioni importanti, ma mise a disposizione il direttore del Centro studi Cipollone, oggi vicedirettore di Bankitalia, e con lui, i tecnici del Mes e con la partecipazione della società civile, del mondo sindacale e del mondo imprenditoriale, presentammo il Quaderno bianco sulla scuola. Sono convinto – sottolinea l’ex ministro dell’istruzione – che il professor Draghi ricorda quel lavoro, che può valere anche oggi ed essere un’utile traccia per
l’utilizzo dei fondi del Recovery Fund da utilizzare per la scuola”.
“So bene – evidenzia quindi Fioroni – quanta competenza e passione per
la scuola abbia il presidente incaricato che ben saprà indicare ciò
che occorre per la scuola italiana nel suo complesso come comunità
educante e – conclude – quello che le occorre per essere centrale nello sviluppo futuro del Paese”.