Lazio da domenica in fascia gialla insieme a quasi tutte le altre regioni del nostro Paese. Restano infatti in arancione solo Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria e provincia di Bolzano.
Insomma, si torna ad una parvenza di normalità grazie all’Rt che continua a scendere. A livello nazionale, il fattore, che calcola la velocità di replicazione dell’infezione, rilevato oggi è a 0,84. Un netto balzo all’indietro rispetto allo 0,97 della settimana scorsa, quando venne registrata la sua prima riduzione dopo cinque settimane di crescita e di permanenza sopra la soglia critica dell’1. In particolare, questo l’indice nelle singole regioni: Abruzzo 0,81, Basilicata 0,91, Calabria 0,82, Campania 0,97, Emilia 0,77, Friuli 0,68, Lazio 0,73, Liguria 0,87, Lombardia 0,84, Marche 0,88, Molise 1,51 (ma con un intervallo inferiore di 1,16), Piemonte 0,82, Provincia di Bolzano 0,8, Provincia di Trento 0,56, Puglia 0,9, Sardegna 0,81, Sicilia 0,98, Toscana 0,95, Umbria 0,96, Val d’Aosta 0,82, Veneto 0,61.
Per quanto riguarda il Lazio sì è temuto fino all’ultimo che dovesse restare in arancione, per un fatto tecnico, però: fino a oggi infatti per passare da una zona con più restrizioni a una con meno si dovevano aspettare due settimane con dati compatibili con la classificazione inferiore, ma il conteggio iniziava dalla prima settimana in cui il monitoraggio rivelava il miglioramento dei dati. Così di fatto ci volevano tre settimane di numeri da gialla per lasciare l’arancione. Adesso invece, come chiesto dal ministro Speranza ai tecnici, i 14 giorni sono netti, cioè con due monitoraggi da zona gialla si abbandona quella arancione (e con due da arancione quella rossa). In base al monitoraggio della Cabina di regia, tutte le Regioni tranne l’Umbria nel periodo tra il 18 e il 24 gennaio hanno dati da zona gialla, cioè un Rt inferiore a 1 e un rischio basso o moderato.
Guai però a cantare vittoria. Il rischio è ancora alto. Nel loro commento i tecnici della Cabina di regia scrivono infatti che “L’epidemia resta in una fase delicata ed un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane è possibile, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale”. Ci sono variazioni tra Regioni “con alcune dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all’elevata incidenza impongono comunque incisive misure restrittive”. Questo anche se l’incidenza a livello nazionale è in calo, visto che negli ultimi 14 giorni è passata da 339 casi per 100 mila abitanti a 289. Comunque “l’incidenza è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. Il servizio sanitario ha mostrato i primi segni di criticità quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni e una criticità di tenuta dei servizi con incidenze elevate. Nella settimana di monitoraggio rimane è stata molto alta l’incidenza nella Provincia di Bolzano (582,75 per 100.000 dal18 al 24 gennaio)”.