Il valore Rt nel Lazio, secondo quanto è stato comunicato nelle ultime ore dalla Regione, è 0.73, in calo rispetto alla scorsa settimana, quando a sua volta era calato rispetto alla settimana precedente, scendendo sotto la fatidica soglia di 1. Ma sul ritorno in zona gialla da domenica 31 bisogna attendere, domani, venerdì 29 gennaio, le valutazioni dell’Iss e le successive determinazioni del ministero.
Tecnicamente, infatti, nonostante l’Rt sia sceso sia la settimana scorsa che in quella attuale, potrebbe esserci un ostacolo: secondo il Dpcm del 3 novembre servirebbe la permanenza per 14 giorni almeno in uno scenario di rischio inferiore rispetto a quello che ha determinato lo spostamento in fascia arancione. Questo conteggio, in teoria, dovrebbe partire da venerdì scorso e quindi occorrerebbe ancora una settimana di tempo per il passaggio. Tuttavia, secondo la Regione Lazio il fatto che i dati siano buoni tecnicamente potrebbe far anticipare i tempi.
“Ci aspettiamo – commenta l’assessore regionale alla sanità, Alessio D’Amato – una valutazione del rischio con passaggio in area moderata tenuto conto che vi è una riduzione da due settimane di tutti gli indicatori. In ogni caso bisogna mantenere alta l’attenzione”.
I dati effettivamente fanno ben sperare: parliamo del calo dei casi giornalieri, del calo del tasso di incidenza dei contagi ogni 100 mila abitanti, ma soprattutto del calo del tasso di occupazione delle terapie intensive e dei ricoveri ospedalieri. Questi ultimi due parametri sono ora esattamente in linea con la soglia di sicurezza fissata dal governo (al 40 per cento per quanto riguarda i letti occupati nei reparti ordinari e al 30 per cento per quanto riguarda quelli nelle terapie intensive).
Per il passaggio da una zona all’altra sono tre gli indicatori principali su cui si basa il giudizio del Comitato tecnico scientifico e della Cabina di regia: l’indice Rt, il tasso di incidenza ogni 100mila abitanti, la classificazione complessiva del rischio e lo scenario di riferimento (già nell’ultimo rilevamento il Lazio presentava uno scenario di tipo 1, il meno grave nella scala). Per quanto riguarda il tasso di incidenza esso si attestava, nel monitoraggio che ha decretato il passaggio da zona gialla a zona arancione, a quota 178 casi ogni 100 mila abitanti in 7 giorni. Nell’ultimo rilevamento era sceso a 132 e il numero dovrebbe essere rimasto sostanzialmente invariato. L’unica allerta segnalata che preoccupava e che preoccupa il Lazio è l’aumento dei focolai. L’ultimo è quello scoperto in una casa di riposo di Grottaferrata, dove sono stati contagiate 40 persone tra ospiti e operatori e 4 persone sono morte.