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Home » Territorio » Dietro il pericolo nucleare si muove una “mano invisibile”?

Dietro il pericolo nucleare si muove una “mano invisibile”?

25 Gennaio 2021

Vi sembra normale che, su 67 aree potenzialmente idonee a ospitare il deposito delle scorie nucleari, ben 22 siano state individuate in provincia di Viterbo? E che 11 di essere siano circoscritte al triangolo Vignanello, Corchiano, Gallese, dove è stato costituito il Biodistretto della Via Amerina e delle Forre e dove esiste l’Oasi naturale del Wwf?

Ovviamente non è normale, è infatti il Comitato tecnico istituito dai tre comuni interessati, con la partecipazione di molti professori universitari, durante la sua prima riunione ha parlato della possibile esistenza di una “mano invisibile” a cui potrebbe essere ricondotto questo scempio. La mano di chi?, ci si chiederà? Non viene specificato, ma evidentemente cominciano a nascere dei sospetti.

“Fare qui il deposito è una contraddizione – ha detto il presidente del Biodistretto, Famiano Crucianelli – per il territorio che con il Biodistretto quasi dieci anni fa ha scelto la sostenibilità ambientale”. “Il dramma – ha fatto notare Pietro Piergentili, vicesindaco di Corchiano, paese sul quale insistono i due siti verde smeraldo – è che i siti prescelti vengono collocati esattamente sul confine dell’oasi naturale del Wwf e del monumento naturale delle Forre e in prossimità di due sorgenti d’acqua fondamentali per i comuni di Corchiano e di Gallese”.

“Durante la riunione emersa con chiarezza e con ricchezza di argomenti – dice un comunicato del Biodistretto – una critica forte sia al metodo, sia alla sostanza del progetto della Sogin. I criteri utilizzati per individuare i siti sono arbitrari, amputati di questioni fondamentali, burocraticamente e maliziosamente definiti, quasi guidati da una ‘mano invisibile’. Nel merito, la proposta di Sogin appare debole e contraddittoria, nella sostanza non tiene nella dovuta considerazione la natura geologica e idrogeologica del territorio, ignora le virtù naturali, ambientali e archeologiche di questa parte della Tuscia, ignora la qualità della produzione agricola, il valore delle attività sociali e produttive, non prende infine in alcuna considerazione la storia antropica di ieri e di oggi dei nostri comuni. Nelle prossime settimane, verranno svolti tutti gli approfondimenti necessari e prodotti i materiali utili alle osservazioni che dovranno contestare la scelta avanzata dalla Sogin”.

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