Partita la campagna vaccinazione sulle persone ultraottantenni. Per ora si tratta però solo di cittadini con fragilità, dunque ultraottantenni con patologie pregresse per le quali si trovano sotto trattamento terapeutico. Fa sapere la Asl che l’individuazione di queste persone sta avvenendo con la collaborazione dei medici di base, ai quali saranno poi comunicate la data e la sede vaccinale.
E fin qui nulla di strano. Il problema nasce invece per tutti gli altri ultraottantenni, che dovranno prenotare il vaccino tramite Cup a partire dal 25 gennaio.
Conoscendo il funzionamento del Cup, cioè i tempi di attesa a cui sono costretti i pazienti prima di parlare con un operatore, ovvero la necessità, spesso, di chiamare e richiamare tante volte il centralino, ci si chiede se questa sia una strada giusta da far percorrere a persone di questa età. Si potrebbe ribattere che, in alternativa, ci si potrà sempre recare presso gli sportelli dedicati, ma sarebbe ancora peggio dato che, a parte i disagi e i disservizi che derivano dalle inevitabili file, si correrebbe oltretutto il rischio di incorrere in pericolosi assembramenti.
Che fare, dunque? Vedremo ciò che accadrà nei prossimi giorni. Sicuramente, tanto più che le Asl possono assumere personale proprio per fronteggiare l’emergenza Covid, non sarebbe meglio istituire un pool dedicato proprio a chiamare, comune per comune, tutti gli ultraottantenni dopo aver fatto le opportune verifiche con i medici di base?
Nel frattempo – fa sempre sapere la Asl – da lunedì 18 gennaio inizierà il richiamo con la somministrazione della seconda dose per le 5005 persone che, alle ore 17 di venerdì, si sono sottoposte a vaccino. Tra queste: 1997 sono operatori sanitari aziendali, con un tasso di adesione dell’84,73% rispetto al totale, 193 sono i medici di medicina generale, oltre l’86% del totale, e 2408 sono gli operatori e gli ospiti delle Rsa e delle case di cura.