I cacciatori chiedono più libertà di movimento. In particolare, chiedono la possibilità di muoversi tra le regioni indipendentemente dalla fascia di appartenenza. Per quanto riguarda la Tuscia il riferimento è alla vicina provincia di Terni, ovvero alla Regione Umbria.
“Oltre ad aver comportato difficoltà e drammi per le famiglie e l’economia, l’emergenza sanitaria – spiega Federcaccia – ha bloccato anche la corretta gestione del patrimonio faunistico e, con essa, l’attività venatoria. Per queste ragioni, in vista della prossima chiusura della stagione, Federcaccia Lazio chiede alla Regione Umbria di consentire ai cacciatori della nostra regione, per le giornate venatorie rimanenti, di poter esercitare l’attività venatoria non soltanto all’interno del proprio comune, ma nel territorio ricadente entro i confini dell’Ambito Territoriale di Caccia di residenza venatoria. Si tratta – aggiunge l’associazione – di un provvedimento già preso dalle Regioni confinanti come Toscana, Umbria e Abruzzo: un atto che riconosce il diritto rispetto a quanto pagato dai cacciatori prima della stagione, restituendo loro piena funzione sociale, economica e faunistica nell’interesse della società civile tutta”.
Già rassicurata dagli uffici dell’Assessorato regionale competente, Federcaccia Lazio rinnova dunque “la propria piena disponibilità alla collaborazione con le istituzioni attendendo, con fiducia, che la volontà politica si traduca in un atto formale con effetto immediato, che dia piena legittimità allo svolgimento di un’attività di riequilibrio e di controllo del patrimonio faunistico che – lo ricordiamo – è perfettamente legale, giustamente controllata ma anche di indiscutibile utilità sociale”.