Anche la Cgil sostiene lo sciopero e partecipa alla manifestazione indetti dalla Rete degli studenti medi che si terrà stamattina anche a Viterbo con inizio alle 9.30 per rivendicare condizioni di maggior sicurezza nelle scuole, nonché una nuova attenzione e investimenti nel nostro sistema di istruzione.
“La Flc Cgil di Viterbo – si legge in una nota – invita alla partecipazione tutto il personale scolastico che si trova nella condizione di farlo, ricordando che docenti, personale Ata e dirigenti non sono solo interessati al buon funzionamento del sistema come operatori, ma anche come genitori, e, quindi, fruitori di un servizio che tanta importanza riveste per lo sviluppo sociale ed economico del nostro Paese. Il governo si assuma le proprie responsabilità prima che la situazione precipiti. Il caos istituzionale e organizzativo sulla riapertura delle attività didattiche nelle scuole, aggravato dai venti di crisi del governo in carica, non è più tollerabile.
Constatiamo che la richiesta di interventi decisi su trasporti e sanità territoriale non ha prodotto conseguenti misure. Si naviga su tutto a vista, ma una vista brevissima. Si cambiamo provvedimenti nazionali quasi giorno per giorno, si moltiplicano le ordinanze regionali, i prefetti assumono decisioni che mettono in discussione l’autonomia scolastica, mentre aumentano a dismisura anche le ordinanze dei sindaci”.
“L’apertura delle attività in presenza – continua la Flc Cgil – non è un orpello ideologico o un oggetto di scambio politico, ma il risultato di precise scelte politiche ed organizzative in primo luogo a livello nazionale. Le scelte sul rinvio dell’apertura delle attività didattiche erano e devono essere del governo. Non si può modificare ogni quattro giorni l’organizzazione didattica per ragioni di posizionamento politico. Per questo chiediamo che il governo, a fronte del fallimento delle misure che andavano adottate, si assuma la responsabilità del rinvio dell’apertura delle attività didattiche in presenza. Si riporti il confronto a livello territoriale coinvolgendo le scuole. Si faccia chiarezza sui dati o si dica che non è possibile farlo. Si anticipi il rischio della terza ondata su infanzia e primaria rafforzando da subito i protocolli di sicurezza sottoscritti con i sindacati. Non si deleghi più nulla alle Regioni a causa dell’incapacità del governo a decidere. Il governo si concentri sui vaccini e sulla costruzione di dati veri sulla diffusione della pandemia nelle scuole, se vuole che le istituzioni scolastiche riaprano davvero”.
E infine: “Venga valorizzata l’autonomia delle singole istituzioni scolastiche, ciò significa attribuire alle scuole la massima facoltà di scaglionare ingressi/uscite e di decidere la riduzione fino all’azzeramento, sia pure temporaneo, della frequenza di alunne e alunni in presenza, a causa della pandemia in corso”.