I cittadini della Tuscia guardano con attenzione, e preoccupazione, alla vicenda del deposito delle scorie nucleari che potrebbe essere realizzato in una delle 22 aree individuate in provincia di Viterbo. La paura è che anche questa storia, come accaduto per altre, venga fatta passare in sordina.
Si avverte infatti una strana cappa, giacché, dopo le prime reazioni dettate dalla sorpresa dell’annuncio, non giungono notizie di iniziative importanti volte a fronteggiare questo nuovo pericolo da parte di chi, all’interno delle istituzioni, dovrebbe esprimere con forza la propria contrarietà. Gli occhi sono ad esempio puntati sulla Regione Lazio, che, a differenza di altre Regioni italiane, non sembra finora aver manifestato con forza la propria netta ostilità al progetto. Singolare, ma è così.
Identico atteggiamento è stato assunto da alcuni ambienti dell’opposizione e dagli stessi sindaci. In questo caso, sono solo alcuni quelli che si stanno realmente battendo per mobilitare le proprie comunità aprendo un dibattito in grado di coinvolgere fattivamente l’opinione pubblica. Gli altri, molti, si sono limitati a qualche comunicato di circostanza e adesso hanno fatte perdere le loro tracce dai radar.
C’è il sospetto che ci siano taluni personaggi intenzionati a mettere il silenziatore a questa brutta storia. Non vorremmo, in particolare, che il “manovratore” si fosse messo all’opera nell’ombra per determinare i nostri destini indipendentemente da quale sarà la scelta, relativamente al sito più idoneo, che sarà compiuta dal Governo. Ebbene, è giusto sapere che i cittadini non possono anche stavolta assistere da comparse al processo decisionale. Non lo permetteranno e il “manovratore” deve farsene una ragione.