L’8 gennaio, dalle 9 alle 12, davanti alla sede della Asl assemblea sindacale e sit-in di protesta organizzati dai sindacati Confael, Nursing, Cisas e Ugl. Sotto accusa, si legge in un comunicato:
- Ritardi nella predisposizione di misure per affrontare la seconda ondata Covid
a. Ritardata riconversione delle strutture.
b. Mancata assunzione di personale infermieristico, in particolare oss da sempre carenti/assenti
c. Mancata predisposizione delle misure ambientali di adattamento dei reparti riconvertiti da no-Covid a Covid
d. Separazione dei percorsi dei pazienti Covid dagli altri (spazi condivisi, barelle bio-contenimento assenti, etc.)
e. Precarietà della sanificazione della struttura, delle apparecchiature, delle ambulanze (allo stato attuale le attività vengono effettuate con spruzzino con candeggina e salvietta che consente di trattare solo alcune delle superfici dure
f. Predisposizione dei percorsi di ingresso e uscita dei dipendenti per evitare assembramenti (timbrature, gestione degli spogliatoi e delle zone filtro) - Filtro in ingresso dei pazienti debole
a. Ricovero di pazienti falsi negativi in reparti no-Covid e successivo contagio di altri pazienti e operatori (vedi cardiologia)
b. Ricovero di pazienti con scabbia e contagio di tutti gli operatori e altri pazienti (vedi casi po Acquapendente) - Tutela degli operatori
a. Allo stato attuale per gli operatori che hanno contratto il contagio da Covid non risultano comunicazioni all’Inail, compromettendo con ciò eventuali riconoscimenti di malattia professionale;
b. Dispositivi di protezione individuale di scarsa qualità ( vedi copriscarpe o operatori costretti ad usare sacchetti dei rifiuti);
c. Scarsissima disponibilità e dubbia igiene delle divise, con gravi disagi per tutti gli operatori;
d. Carenza e dubbia igiene della biancheria per i pazienti;
e. Stress psicofisico derivante da turni stressanti indossando dpi per troppe ore consecutive (tute ermetiche, ecc.).