Centrosinistra morto a Viterbo per la decisione della sinistra del Pd di allearsi con il centrodestra. E’ accaduto in Provincia, dove prima sono stati portati dentro la maggioranza Lega e FdI e ora è stato stretto un patto strettissimo con Forza Italia, è sta accadendo in molti comuni in vista delle elezioni di primavera. Un matrimonio contro natura quello celebrato dal consigliere regionale Enrico Panunzi, frutto di obiettivi di potere e non politici.
Sulla vicenda la lista “Per i beni comuni”, Bengasi Battisti e Fabio Valentini, invita ad una riflessione il presidente Zingaretti, tramite una lettera aperta.
“Al presidente Zingaretti – dicono – quale responsabile di una Regione che ambisce a essere un esempio per l’affermazione dei diritti, dove ambiente e beni comuni rappresentino le basi della proposta politica di centrosinistra, poniamo alcune riflessioni sulla strana alleanza viterbese. L’attuale condizione sociale e economica ha profondamente cambiato il modello di società, determinando una contrapposizione tra ‘inclusi’ ed ‘esclusi’ . E’ da questa contrapposizione che sorgono e si espandono i movimenti populisti, che ovviamente non risolvono le ingiustizie ma le esasperano e le strumentalizzano. Il luogo dove la buona politica potrebbe esprimersi va invece basato su un modello di welfare fondato sui diritti e sull’equità.
Contro il populismo, bisogna condividere valori e bisogni dei cittadini in un modello che abbandoni quella insufficiente e ingiusta risposta partitocratica-clientelare per approdare a una proposta di governo locale fondata sui valori della giustizia ambientale e sociale”.
“Ma a Viterbo – notano Battisti e Valentini – la dirigenza attuale del Pd, anziché fare del progressismo e dell’ambientalismo la propria bandiera, ha scelto di costruire una coalizione di conservazione del potere. Dall’acqua e dalla necessità di una sua gestione giusta e pubblica si transita così in luoghi di esaltazione dell’individuo. Tutto ciò mentre servono invece luoghi di sintesi e di proposte. La nostra provincia con la sua inconcepibile e strana alleanza è la massima espressione di rinuncia delle idee e di esaltazione del rapace consociativismo conservativo che fonda le sue ragioni esclusivamente sulla tutela del potere fine a se stesso. Dai ‘beni comuni’ quali elementi indispensabili per la vita di ogni essere vivente e sui quali si fonda il patto generazionale, dalla loro tutela e restituzione, dalla loro equa distribuzione si volta pagina e si apre la stagione dei diritti”.