L’appuntamento è a Belcolle per stamattina (lunedì 28 dicembre), quando, scortata dai carabinieri, arriverà all’alba un’auto dall’Istituto Spallanzani di Roma con il prezioso carico dei primi 40 vaccini contro il Covid destinati alla provincia di Viterbo. Alle 11.30, a Malattie infettive, parte poi la vaccinazione con la somministrazione del farmaco a quattro medici e un’infermiera: la responsabile del Dipartimento di prevenzione della Asl, Silvia Aquilani; il direttore del Dipartimento delle cure primarie, Giuseppe Cimarello; il direttore della medicina protetta, Giulio Starnini; il medico di base Elisa Santori; e l’infermiera Paola Perugi. Quest’ultima sarà la prima a ricevere la dose del siero prodotto dalla Biotech-Pzifer.
Sarà presente l’assessore alla sanità della Regione, Alessio D’Amato. Non sono stati ancora resi noti i nomi di chi riceverà le altre 35 dosi, che però, stando a quanto comunicato dalla Regione, dovrebbero essere gli operatori sanitari che nelle prossime settimane saranno chiamati ad eseguire le vaccinazioni sulla popolazione. Vedremo come andranno le cose.
La campagna di vaccinazione contro il coronavirus è partita ufficialmente all’Inmi Spallanzani di Roma ieri mattina (domenica 27 dicembre). Le prime dosi alle 7.20 sono state somministrate alla direttrice del laboratorio di virologia, Maria Rosaria Capobianchi; all’infermiera Claudia Alivernini; e all’operatore sociosanitario Omar Altobelli. Dopo di loro due medici infettivologi: Alessandra Vergori e Alessandra D’Abramo. Al vax day, come è stato ribattezzato, erano presenti il ministro della salute, Roberto Speranza, il commissario all’emergenza, Domenico Arcuri, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, l’assessore alla sanità della Regione, Alessio D’Amato, e la direzione dello Spallanzani.
“E’ andata bene – ha dichiarato Omar Altobelli – non ho sentito nemmeno dolore. E’ stato davvero un bel momento, un’emozione unica. L’ho fatto per la mia famiglia, per me stesso e per i miei pazienti. Abbiamo lavorato in trincea per mesi, visto sofferenza e dolore”. Mentre l’infettivologa Alessandra D’Abramo ha commentato: “Mi sento una privilegiata. Fare in Italia per prima il vaccino contro questa brutta bestia non è una cosa da tutti i giorni. Il vaccino va fatto, è il primo passo, per il cambio di rotta, per battere questo virus maledetto. Per sconfiggerlo. Soltanto chi è stato qui a lavorare può comprendere ciò che abbiamo visto e passato”.