Nella Tuscia una sanità Cenerentola rispetto alle altre province del Lazio. Scrive infatti il Corriere di Viterbo, da cui riprendiamo la notizia, che nel 2020 nella nostra provincia non sono arrivati finanziamenti aggiuntivi per l’abbattimento delle liste d’attesa: “Zero euro per le risonanze magnetiche, zero per l’accorpamento delle prestazioni ambulatoriali, zero per le prestazioni fuori regione ad alta complessità”. Lo dimostra “il budget previsto dalla Regione Lazio pubblicato sul Burl del 1° dicembre scorso”.
“Prendiamo – scrive il Corriere – le risonanze magnetiche. Nel pubblico le attese, già lunghe in era pre-Covid, con l’emergenza sanitaria sono diventate bibliche. Eppure nell’anno in corso alla provincia di Viterbo non è stato destinato un solo euro dei 32 milioni netti complessivamente stanziati per acquistare prestazioni dai privati. La parte del leone la fa ovviamente Roma che con le sue 6 Asl porta a casa un totale di quasi 25 milioni di euro. Il resto se lo dividono Latina (1 milioni e 900 mila euro) e Frosinone (3 milioni e 200 mila euro). A Viterbo e a Rieti neanche le briciole. Stessa musica per quanto riguarda le prestazioni ambulatoriali accorpate: 38 milioni di euro la torta, di cui 33 se li mangia Roma, mentre a Latina e Frosinone vanno rispettivamente un milione e mezzo e un milione e 200 mila euro. Nemmeno un trancio per le strutture viterbesi e quelle reatine”.
Infine il budget destinato alle prestazioni fuori regione ad alta complessità: nella lunga lista ci sono realtà ciociare e pontine ma nessuna viterbese.
Su questa situazione prendono posizione il consigliere regionale del Lazio e responsabile nazionale organizzazione di Cambiamo con Toti, Adriano Palozzi, e il responsabile provinciale di Viterbo, Pietro Lazzaroni: “Liste di attesa critiche e pochi spiccioli per il rilancio delle sanità locale. Questo il grave e delicato contesto, descritto dalla stampa, in merito agli stanziamenti regionali per il 2020 per le prestazioni sanitarie aggiuntive nel territorio viterbese, che già paga atavicamente una preoccupante mobilità passiva e disservizi diffusi. Una situazione che l’amministrazione regionale non può e non deve sottovalutare. Per questa ragione è improcrastinabile che il presidente Zingaretti e l’assessore D’Amato facciano concreta e immediata chiarezza sulle risorse economiche destinate alle prestazioni accreditate nella sanità della Tuscia. Altrimenti sarà nostra cura presentare una interrogazione urgente sull’annosa vicenda”.