Due milioni di euro per il verde urbano con l’obiettivo di rendere Viterbo una città più accogliente e vivibile. Se sarà così lo vedremo solo vivendo, per ora accontentiamoci dei progetti (e dei buoni propositi) presentati dal sindaco Arena e dall’assessore Contardo, che parlano di vera rivoluzione. Sul piano di Palazzo dei Priori stanno lavorando il docente Unitus Giorgio Balestra e Rocco Sgherzi di UrbanTree.it, un professionista del settore che collabora con l’università di Viterbo.
Come antipasto il piano di gestione del patrimonio arboreo, quindi il suo rinnovo e incremento: “Senza questo censimento – ha detto Contardo – il Comune non poteva chiedere fondi per il verde pubblico: è uno strumento indispensabile”. Si tratta, secondo Arena, di una sorta di piano regolatore degli alberi, che regola tutta la materia: dalle potature al reimpianto, fino all’abbattimento delle piante.
“Nel verde pubblico – ha specificato Arena – abbiamo triplicato gli investimenti: non voglio più vedere un filo d’erba nella città”. Anche in questo caso chi vivrà vedrà. E giudicherà. Anche perché se quest’anno la colpa del degrado è stata del Covid (così ha detto Arena), non appena la situazione si normalizza non ci saranno più scuse.
Balestra, presenta in conferenza stampa, ha detto che “è stato già fatto un lavoro su quasi 2700 alberi, in 64 tra piazze e vie di città e frazioni. Ogni albero è stato valutato dal punto di vista biologico e fitopatologico, con centinaia di campionamenti, con valutazioni di malattie e riconoscimenti classici di routine e a volte con tecniche di biologia molecolare avanzata”. Tutti i dati raccolti daranno vita a un database informatico per informazioni fruibili dai tecnici del Comune. Tra l’altro sono state identificate 51 piante morte su oltre 2700. “Il tiglio – ha detto Rocco Sgherzi – è l’albero più presente a Viterbo: ce ne sono 825. Mentre ci sono 148 platani (soprattutto a viale Trieste e a Prato giardino). I pini sono stati piantati senza un disegno organico e dovranno essere progressivamente sostituiti. Il pino non è infatti adatto a vivere in aree dove c’è tanto traffico”.