Se qualcuno nutrisse ancora qualche dubbio sull’incidenza che il Covid ha avuto in provincia di Viterbo, può andarsi a leggere l’indagine sulla qualità della vita realizzata dall’Università La Sapienza di Roma, pubblicata ieri dal quotidiano economico Italia Oggi (leggi l’intera ricerca).
La Tuscia, con una media di 15,05 contagiati ogni mille abitanti, si piazza al 60° posto della speciale classifica delle 107 province italiane. Per rendere l’idea di ciò di cui si parla, basti dire che va poco meglio di Napoli (17,50 contagiati ogni mille abitanti), ma, per quanto riguarda il Lazio, peggio di Roma (10,39), Rieti (9,46), Latina (8,88) e Frosinone (13,04). Evidente che qualcosa non ha funzionato, e questo è ormai sotto gli occhi di tutti, nonostante le rassicurazioni della Asl (cui spetta, lo ricordiamo, l’accertamento e l’isolamento dei contagi) e di qualche sindaco (come ad esempio Arena), che, pure di fronte a bollettini giornalieri impressionanti, ha tenuto le scuole aperte, le quali, e pure questa è ormai una certezza, sono state dei veri e propri incubatori del contagio.
Per ritornare alla classifica sulla qualità della vita, va detto che Viterbo continua a perdere posizioni rispetto agli anni passati, passando all’84° posto della classifica generale stilata da Italia Oggi, che definisce scarsa la qualità della vita nella nostra provincia. Colpa di diversi fattori: ambiente, sicurezza, tempo libero, ecc., ma soprattutto, notano i ricercatori dell’ateneo romano, di un sistema sanitario assolutamente inadeguato sia per quanto riguarda i posti letto che le strumentazioni tecnologiche (diagnostica, ecc.) a disposizione dei malati. Solo un dato: nella sotto-classifica sul funzionamento dei servizi sanitari Italia Oggi dà alla Tuscia il giudizio di “insufficiente” dato che si piazza al 101° posto su 107 province. Oltretutto, ultima nel Lazio.
Più precisamente, Viterbo è penultima in Italia nella classifica dei posti letto di ostetricia e ginecologia (7,24 ogni 100 mila abitanti); penultima nella classifica dei posti letto di cardiologia, cardiochirurgia e unità coronariche (8,82); ha solo cinque province dietro di sé nella classifica per posti di terapia intensiva e terapia intensiva neonatale (4,41); ed è 98esima nella classifica per servizi oncologici.
I dati utilizzati dalla Sapienza, per elaborare tutto ciò, sono stati presi dal ministero della salute e dall’Istat, quindi sono ufficiali e come tali non suscettibili di interpretazioni.