Da Mario Perazzoni, segretario Nursing Up Alto Lazio, riceviamo e pubblichiamo
A Viterbo viene smantellato l’Spdc (Servizio psichiatrico di diagnostica e cura) e la Consulta della salute mentale, rappresentata dal presidente dell’Afesopsit (ex presidente della Coop Alice già affidataria da parte della Asl di piani individuali di assistenza e di riabilitazione), tace. Tace di fronte al disagio inferto ai pazienti e ai loro famigliari imposto dalle scelte della Asl mentre si è sempre distinta per gli attacchi agli operatori.
Tace di fronte all’imminente spostamento dell’Spdc a Tarquinia che rappresenta l’ultimo atto di una serie di azioni demolitive operate dall’attuale direzione aziendale nei confronti della salute mentale viterbese. Tace proprio in un momento in cui la salute mentale è diventata un’emergenza assoluta sospinta dalla pandemia.
Tra pochi giorni gli utenti di Viterbo e provincia si ritroveranno con il Csm nel capoluogo, il day hospital a Montefiascone e l’Spdc a Tarquinia. Queste tre strutture dovrebbero, in una logica integrata di equipe, ritrovarsi in uno stesso contesto, tra poco saranno invece sparpagliate su tutta la provincia determinando disagi e limitazioni all’accesso alle prestazioni. Ci troviamo di fronte all’ennesimo provvedimento improvvisato nel quale sembrano prevalere le solite logiche di potere.
Poi si parla di malato al centro, di fare rete e si continuano a creare slogan mentre la sanità viterbese viene distrutta. Siamo vicini ai pazienti e ai loro familiari con tutte le loro sofferenze. Siamo vicini a tutti gli operatori che dovranno sottrarre alle loro famiglie due ore al giorno e i costi economici di una scelta scellerata che li obbligherà a fare 100 chilometri al giorno per andare al lavoro. Ci possiamo però consolare, si fa per dire, pensando che questa scelta della Asl almeno non aumenta il rischio Covid, vista l’impossibilità di spostarsi tra le varie sedi con i mezzi pubblici.
Filippo Mario Perazzoni