A Viterbo e provincia c’è l’indice di trasmissione del contagio (rt) più alto del Lazio. Lo certifica la Regione nella recente delibera del presidente Zingaretti contenente ulteriori misure per il contenimento dell’epidemia. Il valore di questo indicatore, che mostra la velocità di circolazione del virus, è di 1.68, con un intervallo compreso tra 1.55 e 1.82. Come si sa, la soglia massima consentita per essere considerati fascia gialla, a livello regionale, deve essere inferiore a 1.5. La Tuscia dunque – e a maggior ragione la città di Viterbo, dove l’indice si aggira attorno al 2 – usufruisce in questo momento del “privilegio” di trovarsi all’interno di una regione dove il contagio medio, calcolato sommando i valori delle singole province, rientra nei parametri stabiliti dall’Istituto superiore di sanità e dal Governo per non far scattare misure di restrizione troppo rigide.
Ma quanto durerà? Se lo chiedono in molti, dato che la stessa Regione potrebbe decidere in teoria un lockdown mirato per Viterbo, anche se è opinione diffusa che prima di arrivare a tanto si attenderanno eventuali decisioni del Governo centrale in merito ad un possibile lockdown nazionale di cui si sta parlando nelle ultime ore.
Come si è arrivati a questa situazione lo si è detto già in diverse occasioni: alla Asl sono sfuggiti di mano il tracciamento e l’isolamento dei positivi con il risultato che la situazione si è andata aggravando sempre di più. Di fatto, alla Cittadella non si è stati in grado di agire come si sarebbe dovuto per mettere la popolazione in sicurezza.
In questo quadro colpisce la diminuzione dei tamponi che la Asl sta eseguendo negli ultimi giorni. Quelli comunicati oggi sono 592: pochi, troppo pochi rispetto agli 800-900 delle settimane scorse, quando oltretutto non era ancora entrato in funzione neanche il drive-in dell’Esercito. Che sta succedendo? Perché vengono fatti meno tamponi? A meno che non si voglia “politicamente” far diminuire il numero dei positivi (meno tamponi fai e meno li scopri), ma non ci vogliamo credere e quindi lo diciamo solo come provocazione, la Asl deve spiegare perché si sta assistendo a questo calo di tamponi. La popolazione ha diritto di sapere e di essere informata.