Il segretario nazionale della Confael, Egidio Gubbiotto, con una lettera inviata alle Procure di Viterbo, Roma e Perugia, oltre che alla Corte dei conti, ai Nas e alla direzione viterbese e nazionale dell’Inail, torna a denunciare presunte violazioni in materia di sicurezza all’interno di Belcolle, dove personale medico e paramedico lavorerebbe in situazioni alquanto precarie. Con la conseguenza di essere costantemente esposto al rischio contagio.
“Il 24 ottobre – si legge nella lettera – questa organizzazione, con un comunicato stampa, denunciava carenza di prevenzione al reparto di Malattie infettive. Essendo ad oggi nulla cambiato, permanendo quindi le stesse condizioni di lavoro a rischio di infezione, si ritiene opportuno l’intervento delle autorità competenti per accertare eventuali reati e/o responsabilità”.
“Con amarezza e preoccupazione – prosegue – apprendiamo che, al momento, risultano 8 unità infermieristiche contagiate (circa il 20% del totale di quelle in servizio a Malattie infettive) ed in quarantena poiché presentano, tra l’altro, anche sintomi di malattia. Ci risultano anche 13 unità infermieristiche contagiate presso il pronto soccorso, dove pazienti sospetti vengono ricoverati nei locali dell’Osservazione breve con il rischio che chi non fosse infettato lo divenga. Inoltre, ci risultano contagiati altri numerosissimi operatori sanitari e auspichiamo che per tutti venga riconosciuto l’infortunio sul lavoro derivante da una ‘macabra’ organizzazione”.
Ma non solo: “Siamo anche venuti a conoscenza dell’acquisto di tute bianche per 213.000 euro e che sta avvenendo la formazione per la vestizione, ma questa, al momento, è stata fatta soltanto alle assistenti sociali e non al personale infermieristico che è quello più a contatto con gli utenti, quindi più a rischio. Si sta cercando di smaltire i 213.000 euro di tute acquistate? Cosa ne pensa la Corte dei conti? Cosa pensa la Corte dei conti del fatto che presso il reparto di Medicina di Montefiascone c’è il 50% dei posti letto liberi mentre si inviano i pazienti alla nuova Santa Teresa, con i costi che ne derivano. Come mai avviene questo? Vuole spiegarcelo la direttrice generale?”.
“Ci risulta – conclude – anche l’impossibilità dell’apertura di una seconda terapia intensiva per carenza di personale. C’è personale sanitario a rischio biologico che non viene allontanato dal servizio. Il medico competente ha provveduto a fornire l’elenco alle Risorse umane? Il Servizio di prevenzione e protezione ha valutato il rischio di tutti i reparti e percorsi? I rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza adempiono alle proprie funzioni? Non sarebbe il caso che le autorità competenti accertino cosa sta accadendo?”.