A Viterbo città e provincia un disastro annunciato. Il contagio fa paura e la Tuscia, secondo tutti gli studi eseguiti negli ultimi giorni, si piazza in cima alla classifica dei territori d’Italia e del Lazio più infettati. Qualcuno lo aveva detto che sarebbe andata a finire così, visti i ritardi, le inadeguatezze e la confusione che, in fatto di tracciamento e isolamento dei positivi, regnano sovrani ormai da tante settimane. Ma sono stati appelli caduti nel nulla, ignorati e derisi da quell’alleanza trasversale, che, ahimè, passerà adesso alla storia per la sua inefficienza ed inefficacia.
E che dire, in questo quadro desolante, della stampa? Pessima: salvo rare eccezioni, l’informazione viterbese, asservita all’alleanza trasversale di cui sopra, non ha infatti informato adeguatamente il cittadino dei rischi che correva e che corre. Che dire dei mesi estivi trascorsi senza fare ciò che andava fatto, ampliando gli spazi nelle scuole, aumentando il trasporto pubblico provinciale, potenziando la rete territoriale sanitaria, riattivando i presidi ospedalieri periferici adibendoli ai ricoveri Covid e ai letti di terapia intensiva?
Oggi il prezzo di questa sottovalutazione lo paga, purtroppo, il cittadino. Avevano detto che nelle scuole stava tutto apposto: falso, lo dimostra tutto questo disastro. Avevano detto che i trasporti avrebbero funzionato benissimo: doppiamente falso. Sono state settimane caratterizzate da carenza di ascolto quelle degli ultimi due/tre mesi, ammantate di arroganza autoreferenziale, di infondate rassicurazioni e di ostracismo verso chi, sommessamente, avvertiva e proponeva di fare di più e meglio. Ecco dove questo modo di fare ci ha portato.
Il limite, da parte di questa classe politica e dirigenziale, è stato poi totalmente superato quando è stato fatto trapelare che la colpa dei contagi dilaganti, oltre che del destino cinico e baro, sarebbe del povero cittadino omertoso che nasconderebbe i contatti intrattenuti per non far mettere in quarantena gli amici e i parenti. Basta, non è possibile assistere a questo macabro spettacolo: ponete un limite alla vostra vergogna. Per favore, fatevi un esame di coscienza.
Amministrare durante l’emergenza è un lavoro difficile e complesso, che richiede esperienza, preparazione e capacità. I medici e gli operatori sanitari il loro lavoro lo fanno con generosità e infatti sono stremati ed in molti contagiati, ma i comandanti aziendali che cosa fanno e hanno fatto? Rintanati nella loro torre d’avorio si facciano adesso un esame di coscienza e analizzino il proprio operato, senza gridare e senza crisi isteriche: questo è il momento dell’autorevolezza e della competenza, non dell’arroganza politicante. Alla fine comprendano che in questa fase incapacità ed incompetenza non sono tollerabili, e se non riescono a fare di più lascino spazio a chi è più capace di loro.
Sindaci, amministratori, non fuggite dalle vostre responsabilità, non nascondetevi dietro la convenienza o la paura del potente di turno. Voi dovete rispondere ai cittadini, che questa volta non potranno perdonare le vostre omissioni o la vostra accondiscendenza. E comunque nessuno provi a trasformare il cittadino da vittima in carnefice, questo sarebbe veramente troppo.