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Home » Politica » La gente va nei pronto soccorso anche senza sintomi

La gente va nei pronto soccorso anche senza sintomi

27 Ottobre 2020

“Siamo sotto pressione anche per il fatto che molte persone si rivolgono al pronto soccorso anche se non ci sono motivi importanti, c’è gente che si presenta con 37.1. Ma questo dipende anche dalla paura che tutti hanno, anche perché hanno avuto informazioni un po’ a singhiozzo e contraddittorie, la gente è disorientata e non avendo risposte sul territorio si rivolge agli ospedali e questo crea un affollamento molto importante”.

Così Antonio Magi, presidente dell’ordine dei medici di Roma. “Altro problema – aggiunge – è la carenza di posti letto per malati Covid che possono essere gestiti senza andare in terapia intensiva. Al medico di famiglia sono stati dati troppi compiti per una persona sola. Deve visitare tutti i pazienti, deve fare tamponi, certificazioni, vaccini e questo non è possibile. Quello che sta mancando è l’organizzazione delle Usca. Le Usca nel Lazio non sono state organizzate in maniera corretta, oggi ci sono delle uscar che più che altro si stanno interessando dei tamponi, di organizzare azioni immediati per cercare di assistere le persone, ma non in maniera organizzata. Purtroppo continuiamo a vedere la sanità divisa in compartimenti stagni quando invece è composta da equipe che fanno parte di un’unica organizzazione. Ora ci ritroviamo a fare la guerra senza averla programmata, la guerra si prepara durante la pace e non durante la battaglia”. “Ci sono buoni riscontri sull’efficacia dei tamponi salivari, utilizzare anche questi sarebbe più semplice e più pratico”, aggiunge. E conclude: “Il Covid è una situazione d’emergenza, ma non dobbiamo dimenticare tutte le altre malattie. Purtroppo si abbandonano molti pazienti e questa è una situazione grave. In Italia ci sono 24 milioni di pazienti cronici, che hanno bisogno di essere seguiti nelle loro terapie. Dovremmo avere ospedali Covid e ospedali no Covid che seguono gli altri pazienti. Avendo poche strutture, avendo chiuso molti ospedali e avendo pochi specialisti sul territorio, questo è il risultato”.

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