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Home » Politica » I pendolari contro macchinisti e capitreno

I pendolari contro macchinisti e capitreno

18 Ottobre 2020

Anche nella giornata di sabato 17 ottobre la ferrovia Roma-Viterbo è stata stravolta dalle soppressioni di treni derivate dal rifiuto del personale a svolgere turni di lavoro straordinario. La tratta Catalano-Viterbo è stata praticamente sospesa.

“Siamo stati sempre al fianco dei lavoratori Atac – commentano il Comitato pendolari e l’associazione Trasportiamo – ma stavolta ci sentiamo costretti a prendere le dovute distanze. L’utenza non intende essere più ostaggio dei capricci di nessuno – precisa Fabrizio Bonanni (Comitato) – e vuole un servizio decente, motivo per cui paga l’abbonamento. Tutto il resto, al di fuori di questo parametro, non ci interessa. Siamo intenzionati a proseguire con la nostra opera di denuncia, tramite i nostri legali, per andare in fondo alla questione, che va oltre le relazioni tra azienda e sindacati e che ha già gravemente compromesso i diritti dei cittadini utenti della ferrovia e che non possiamo tollerare e perdonare”.

“Occorre essere realistici e responsabili – aggiunge David Nicodemi di Trasportiamo -. C’è l’accordo raggiunto da Atac e Scua il 14 ottobre, importante traguardo, sintesi della pressione dell’utenza, delle organizzazioni e della Regione Lazio, che riconosce il metodo finora applicato per calcolare le indennità di macchinisti e capitreno e che, per farla breve, non toglie neanche un solo euro alle buste paga. Di fronte a questo risultato, riteniamo ingiustificabile la scelta oltranzista adottata da quegli stessi lavoratori, scelta che lede soltanto il diritto alla mobilità e alla salute di migliaia di cittadini e non sembra tener conto delle concessioni date dall’azienda negli ultimi cinque anni, sotto il profilo dei turni e dei relativi compensi. Al personale consigliamo vivamente di porre fine a questa forma di protesta, dannosa, e di scegliere le vie dettate dalle leggi, meno traumatiche, per tutelare i propri interessi. Questa condotta tra l’altro potrebbe essere interpretata come un’interruzione di pubblico servizio, aggravata dall’attuale emergenza sanitaria. Ribadiamo, occorre essere realistici e responsabili”.  

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