Dal 15 ottobre, come disposto da un’ordinanza del presidente della Regione, Nicola Zingaretti, sarà possibile vaccinarsi contro l’influenza anche in alcune farmacie. Quattrocento, per la precisione, quelle che in tutto il Lazio potranno svolgere questo tipo di servizio. 100 mila le dosi che sono state destinate ad esse in questa prima fase di campagna di vaccinazione. Saranno scelte le farmacie che hanno determinati requisiti tecnici, ovvero locali idonei, attrezzature e personale formato. “Con questa modalità il Lazio – dice la Regione – si avvicina all’Europa dove questa pratica è già diffusa. La decisione non va vista come una costrizione, ma come una opportunità che viene data nel rispetto dei protocolli clinici”.
I nomi delle farmacie abilitate in provincia di Viterbo si conosceranno nei prossimi giorni.
L’ordinanza del presidente della Regione, in base alla quale i cittadini laziali tra i 18 e i 59 anni, che appartengono alle fasce attive della popolazione, potranno trovare nelle farmacie il vaccino antinfluenzale e, sempre in farmacia, potranno ottenerne la somministrazione, viene valutata favorevolmente da Federfarma: “E’ questa la strada giusta – commenta il presidente, Marco Cossolo – per allinearsi alla maggior parte di Paesi europei, dove da tempo il cittadino può vaccinarsi nella propria farmacia di fiducia”. In particolare, la Federazione, che riunisce oltre 18.000 farmacie private convenzionate con il Servizio sanitario nazionale, plaude al “provvedimento che aumenta da 36.000 a 100.000, cioè dall’1,5% al 4% del totale dei vaccini acquisiti dalla Regione, le dosi messe a disposizione dei cittadini attraverso le farmacie. Si tratta di una decisione molto importante, perché consente di tutelare la popolazione attiva che studia e lavora e che è più esposta al rischio di contagio. In questo momento di emergenza legato all’aumento di contagi da Covid – aggiunge Cossolo – è fondamentale ridurre la possibilità di sovrapposizione dei sintomi tra influenza e Covid per evitare il congestionamento delle strutture sanitarie. E’ altrettanto positivo il fatto che sia prevista la possibilità di effettuare il vaccino direttamente in farmacia con modalità che saranno definite d’intesa con l’autorità regionale nel pieno rispetto delle norme di sicurezza. Le farmacie del Lazio, come del resto quelle di tutta Italia – sottolinea Cossolo – sono capillarmente distribuite sul territorio e facilmente raggiungibili da tutti i cittadini. Per questo possono dare un contributo importante nell’agevolare l’accesso ai vaccini riducendo gli spostamenti e gli assembramenti”.
Non la pensano però allo stesso modo i medici. Che, tramite il presidente della Federazione degli ordini dei medici, Filippo Anelli, chiedono, come ente pubblico sussidiario dello Stato che rappresenta la professione medica a tutela della salute dei cittadini, “di essere ascoltati, prima di rendere operativa un’ordinanza che riteniamo illegittima”. “E’ inconcepibile – dice proprio Anelli – che proprio i medici, unici legittimati a porre in essere atti clinici sul paziente, non siano stati interpellati su decisioni che riguardano le competenze della loro professione e la salute stessa dei cittadini. E ciò va, nel metodo, contro lo spirito della Legge 3/2018, che, rendendo gli Ordini enti sussidiari dello Stato, affida loro la potestà proprio in questi ambiti. E tutto questo per cosa? Saranno al massimo 400 le farmacie che, nel Lazio, potranno essere coinvolte, ammesso che ne abbiano i requisiti, nella somministrazione. Mentre saranno 80 per farmacia le fiale distribuite. Un totale, dunque, di 32000 vaccini, destinati a chi non ha diritto alla somministrazione gratuita: una percentuale minima, che potrebbe tranquillamente continuare ad essere somministrata, come avviene da vent’anni a questa parte, nei 6000 studi dei medici di medicina generale, in ambiente sicuro, attrezzato e protetto in caso di reazioni avverse – continua – 32.000 pazienti che, ricordiamolo, dovranno comunque passare attraverso lo studio medico per ottenere la prescrizione, necessaria all’acquisto del vaccino in farmacia. Chiediamoci dunque se, a fronte di un risultato così esiguo, valga la pena porre in contrasto due enti dello Stato e mettersi in una condizione di palese violazione delle norme vigenti, che, ricordiamolo, sono scritte con il fine ultimo della tutela della salute del cittadino. Per tutto questo abbiamo inoltrato un’istanza ufficiale al presidente Zingaretti per chiedere lo stralcio dei punti dell’ordinanza riguardanti le vaccinazioni in farmacia, in modo da poter ascoltare le nostre motivazioni”.