A Viterbo niente riduzione di Imu e Tari nonostante il Covid. Bocciati dalla maggioranza gli emendamenti della minoranza unita che miravano ad abbassare del 10% la prima e a bloccare l’aumento della seconda utilizzando parte dei 7 milioni di avanzo di bilancio. Di fatto, Viterbo è uno dei pochi capoluoghi di provincia dove ad esempio non si fa un forte sconto (in alcune città è stato anche del 30 per cento) sulla Tari alle attività economiche rimaste chiuse a causa del lockdown. Tari che, per alcune tipologie di famiglie, addirittura aumenta.
“Quando dicemmo che era la maggioranza Arena era la maggioranza delle tasse, e siamo stati addirittura minacciati di denuncia, avevamo ragione. In un momento di difficoltà economica per l’intero paese, con 7 milioni di euro di avanzo di bilancio, con tutti i pareri contabili favorevoli, la maggioranza sceglie di non abbassare l’Imu del 10% a favore dei viterbesi.La stessa aveva promesso nel programma elettorale di ridurre l’Imu del 25 per cento ai commercianti. A futura memoria”.
Dello stesso tenore il commento di Luisa Ciambella: “La giunta Arena ha appena bocciato un emendamento della minoranza unita per ridurre del 10% l’Imu ai viterbesi. Proposta sostenibile con pareri tecnici positivi. Vogliono aiutare i cittadini, dice questa sgangherata maggioranza, ma non riusciamo a capire come! #delusione #vergognosaincapacita #diconodiminuiamoletasse #poivotanocontro”.
Arena ammette che si è trattato di un scelta politica: “Voglio spiegare la motivazione che ha portato l’amministrazione a respingere i due emendamenti presentati dalla minoranza con i quali si chiedeva di ammortizzare l’Imu sulla seconda casa attingendo dall’avanzo di bilancio. E’ stata una scelta politica quella della maggioranza. Questa amministrazione ha voluto mantenere ferma la propria linea di gestione, cioè quella di destinare l’avanzo di bilancio alla città e alla sua manutenzione, con priorità per strade, verde pubblico e decoro urbano”.
“Rispetto all’Imu – cerca di difendersi Arena – abbiamo azzerato le aliquote riguardanti le categorie ‘fabbricati rurali a uso strumentale’ e ‘beni merce’, ovvero quei fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita”. Sulla Tari “c’è stato – aggiunge – solo un leggerissimo aumento per quanto riguarda i nuclei da tre, quattro e cinque persone. Parliamo di un incremento che va da 5 a 13 euro. A tutte le altre utenze non domestiche, ovvero artigiani, ristoranti, trattori, pizzerie, bar, supermercati, negozi, banchi di mercato, eccetera, saranno applicate tariffe ridotte del 7-8% – prosegue il primo cittadino -. Rispetto alle tariffe del 2019 abbiamo una diminuzione del 3,3%. La spesa generale complessiva per il servizio della gestione raccolta rifiuti è passata dagli 11 milioni e 900 mila euro circa del 2019 agli 11 milioni e 400 mila euro circa del 2020. La differenza, 500 mila euro, è il risparmio complessivo sul costo del servizio raccolta rifiuti”.