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Home » Politica » Luisa Ciambella: “Ecco perché voto no al referendum”

Luisa Ciambella: “Ecco perché voto no al referendum”

17 Settembre 2020

La capogruppo Pd al Comune di Viterbo Luisa Ciambella chiarisce nettamente la sua posizione sul quesito referendario, stigmatizzando certa facile retorica dell’anti-politica e riaffermando la necessità di rilanciare la “migliore politica” possibile: “Abbiamo bisogno più che di meno parlamentari- continua- , di eletti dal popolo competenti, con esperienza amministrativo-politica documentabile e sempre ispirata al BENE COMUNE.  E’ necessaria la “qualità” per risollevare le sorti del nostro Paese, non è una questione di numero di rappresentanti, ma di candidare quelli meritevoli, di metterli in condizione di poter fare bene, in modo tale che la gente possa riavvicinarsi alla politica.  Con la forza persuasiva dell’esempio i cittadini possono ritornare a credere nelle istituzioni e a dialogare con queste ultime con fiducia. Infatti la politica del Bene comune è prioritariamente sacrificio e dedizione, non furbizia e questa è l’unica cosa che potrà cambiare le sorti di questo nostro meraviglioso Paese.  Sono molto d’accordo, invece,  su una revisione Costituzionale che modifichi il funzionamento del Parlamento passando dal bicameralismo al monocameralismo: ma questa è una riforma costituzionale che non diminuisce solo i parlamentari, garantisce la rappresentanza a tutti i territori e snellisce l’iter parlamentare producendo risparmi che riguardano il mondo produttivo della nostra società. Ricordo a me stessa che il referendum che prevedeva questa revisione profonda e seria però non ebbe la meglio”.

“Per questo non ho mai avuto dubbi-puntualizza la Ciambella-  voterò NO al referendum sul taglio dei parlamentari di  domenica 20 e lunedì 21 settembre,  un  taglio che non produce neanche un risparmio significativo per le casse dello Stato, ma che alimenta l’avversione verso la politica, spesso giustificato, ma che non possiamo consentire resti tale per sempre. Io credo fermamente che serva più democrazia e non meno democrazia,  perché chi la rappresenta non ne è spesso degno. Il punto è crescere, formare cittadini nel segno del BENE COMUNE, in tal modo  avvicinarli alla cosa pubblica,  solo così si formerà una classe dirigente all’altezza in ogni ambito della vita pubblica”.

“Vedo favorevoli al NO- conclude l’ex vicesindaco- molte tra le migliori espressioni della vita pubblica di questo Paese, per una battaglia di libertà, di scelta e di democrazia, contro questo taglio puro e semplice, che  vedo figlio di una certa anti-politica di cui comprendo le ragion,i ma non  condivido la soluzione.  Ho letto con commozione l’intervista di Rosa Russo Iervolino qualche giorno fa sul Corriere della Sera. La commozione è stata causata dalla conferma di ciò che sono certa esista ancora: la politica come servizio e sacrificio e non come arricchimento incontrollato personale. I suoi genitori, infatti,  non potevano permettersi una casa così come moltissime famiglie di parlamentari costituenti, la molla che li animava era l’equità sociale,  il benessere per tutti e una capacità di solidarietà umana e politica anche tra donne, madri di partiti diversi, che deve essere anche oggi  per noi un faro come cittadini, amministratori e politici. Il conforto è che quel modo di fare politica non si è estinto, anche sul nostro territorio è molto diffuso  nell’impegno di tanti amministratori, sindaci, che ogni giorno testimoniano quei valori con la loro vita:  da quelli si deve ripartire per selezionare una classe dirigente adeguata, arrivare ad una rinascita delle nostre comunità e quindi del Paese. Solo l’esempio e l’impegno delle persone per bene ci salverà, solo il sacrificio, per progredire tutti insieme,  partendo prioritariamente dagli ultimi,  ci renderà un Paese degno di questo nome. Con tale mia posizione ritengo di essere in linea con il Pd nazionale che,  pur sostenendo le ragioni del SI al referendum ha comunque lasciato libertà di scelta, dimostrando grande sensibilità, su un tema così delicato”.

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