Tariffe idriche aumentate da Talete anche per il periodo del lockdown. Meno male che i vertici della società avevano assicurato che avrebbero invece soprasseduto. Non era vero. Come non era vero che, contrariamente a quanto detto a fine 2019 quando vennero deliberati, i ricarichi sarebbero avvenuti solo se Arera avesse concesso il finanziamento di circa trenta milioni chiesto per risanare le casse della società. Tutto falso. Tutte chiacchiere.
I fatti: si è scoperto, come riporta il Corriere di Viterbo, che il 3 luglio scorso un verbale del cda di Talete ha dato mandato “all’ufficio commerciale di applicare l’aumento del 8,5% a partire dal 2° trimestre 2020 rimandando il conguaglio dello stesso aumento per il 1° trimestre, non applicato nel periodo di emergenza sanitaria dovuta al virus Covid-19, a fine 2020”. In altri termini, si paga subito l’aumento del secondo trimestre, mentre quello del primo sarà fatturato come conguaglio tra qualche mese.
“Meno male – commenta il capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Luisa Ciambella – che nell’anno dell’emergenza Covid le tariffe dovevano essere congelate e meno male che l’aumento deliberato alla vigilia dell’ultimo Capodanno doveva essere subordinato all’arrivo dei 40 milioni di euro promessi da Arera”. Ciambella, come scrive il Corriere di Viterbo, ha pronta già un’interrogazione per Arena in cui chiederà al primo azionista di dimettersi “anche per rispetto del cognome che porta”.
“I fatti – sempre la capogruppo del Pd – dimostrano che avevo ragione quando, da sola, sostenevo che il documento votato il 30 dicembre avrebbe comportato automaticamente degli aumenti tariffari. Come al solito i cittadini viterbesi sono stati presi per i fondelli da sindaci di tutti i colori, sia di centrodestra che di centrosinistra, compresi, ed è la cosa ancora più grave, da quelli che in Talete non sono mai entrati ma, anzi, hanno presentato ricorso al Tar contro il commissariamento, votando però aumenti che solo i loro concittadini non pagheranno. Ci aspettavamo almeno che queste bollette arrivassero attraverso il nuovo sistema informatico, quello costato 700 mila euro, e invece neanche questa magra soddisfazione ci è stata concessa”.
Ad Arena e al capogruppo di Forza Italia Giulio Marini, il quale partecipò al posto del sindaco all’assemblea del 30 dicembre lasciando poi al Fratello d’Italia Gianluca Grancini l’onore ma soprattutto l’onere di votare la delibera con gli aumenti, la Ciambella chiede anche “se non provino oggi un po’ di vergogna ad aver mentito ai cittadini sapendo di mentire”.