Dal 31 dicembre 2019 al 21 febbraio 2020 nei rubinetti delle case di Sutri acqua non potabile a causa di una concentrazione di arsenico oltre i livelli consentiti. I cittadini non sono stati però avvisati con un’ordinanza del sindaco.
Della questione, già sollevata dai media locali si occupa con un nuovo servizio il sito www.tpi.it.
“C’è dunque un gap – spiega a TPI il consigliere Alessio Vettori – dal 31 dicembre al 21 febbraio in cui per due mesi né è avvenuta la manutenzione completa di tutti i filtri, né i cittadini hanno ricevuto una comunicazione che li avvisasse che stavano bevendo acqua avvelenata. La salute è una cosa seria e qui sembra essere un tema secondario invece. Perché i cittadini non sono stati prontamente informati? Noi di TPI l’abbiamo chiesto direttamente al sindaco, l’onorevole Vittorio Sgarbi che ha risposto: ‘L’ordinanza è arrivata eccome, il 21 febbraio. Il limite di 10 era oltrepassato di pochissimo, non era un limite letale. Ma soprattutto i cittadini sono stati largamente informati sui temi del Covid. L’emergenza nazionale prevale su quella locale’. Secondo Sgarbi, ‘il tema dell’arsenico dipende dalla Regione, non dal Comune. Il Comune non può stampare moneta e si può emettere ordinanza di non potabilità solo con i dati dell’Arpa alla mano’ (cioè i controlli esterni). In realtà, ‘l’ordinanza si può far partire anche se sono i controlli interni ad sottolineare qualcosa che non va’, a confermarlo a TPI è Calebe Barbetta, la massima autorità in materia, in quanto referente Asl di Viterbo per la supervisione della rete idrica”.