Prefetto e questore d’accordo sulla necessità di istituire a Orte un presidio di polizia. Della questione si è parlato durante una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, presente l’amministrazione comunale, che, per rappresentare la necessità di avere sul territorio un commissariato, ha già scritto al ministro Luciana Lamorgese. Come si sa, tutto nasce per l’acuirsi del fenomeno migratorio, che vede Orte al primo posto a livello provinciale, complice la presenza della stazione, che, collegando la città con Roma, induce molti stranieri a trovare una sistemazione allo Scalo.
“Abbiamo rappresentato – si legge in una nota del Comune – le istanze dei cittadini e chiesto con forza un maggiore controllo nell’arco della giornata, con particolare riguardo alle fasce serale e notturna, e abbiamo concordato un censimento delle effettive presenze straniere sul nostro territorio. Abbiamo quindi rappresentato la richiesta di istituire un commissariato, richiesta che è stata accolta con favore sia dal prefetto che dal questore, che hanno comunque evidenziato la necessità di procedere per fasi, partendo da un presidio della polizia”.
Il questore ha dato la propria disponibilità immediata a potenziare i servizi sul territorio, anche con l’impiego di pattuglie del reparto prevenzione crimine. Rassicurazioni sono giunte anche dal comandante dei carabinieri e da quello della Guardia di finanza, che attueranno, oltre ai normali servizi quotidiani, anche un’attività di perlustrazione e controllo capillare ed incisiva.
“Il Comune, da parte sua – si legge ancora nel comunicato – ha assicurato il supporto, ad ogni tipo di operazione, della polizia locale e degli uffici amministrativi, anche al di fuori dell’orario di servizio. Per quanto riguarda il Cas di via Terni, trattandosi inderogabilmente di materia prefettizia, attendiamo le determinazioni dell’ente competente, ferma restando la nostra richiesta di non superare il rapporto fra cittadini e richiedenti asilo come previsto per legge, e comunque, attualmente, di non allocare ulteriori migrati nella struttura”.