Tutto è finito a tarallucci e vino. Come era immaginabile e come avevamo detto alla vigilia. Ergo: i viterbesi devono rassegnarsi a convivere fino alla scadenza della legislatura con la crisi che tiene da due anni paralizzato il Comune. Le bande che imperversano a Palazzo dei Priori si scannano, ma alla fine, di fronte alla possibilità di tornare a casa, firmano l’armistizio e vanno avanti. Fino a quando non si scanneranno di nuovo. E intanto nulla di buono mettono in campo per il bene della città. Il bello è che anche l’opposizione, a parte il capogruppo del Pd Luisa Ciambella, si adegua. Anzi, fatte salve alcune uscite di circostanza sui giornali, la minoranza sembra letteralmente avallare questo stato di cose.
Ne è prova il Consiglio comunale di ieri mattina, quando, dopo giorni di sterco che si sono tirati in faccia, tutti hanno fatto finta di nulla. A cominciare dal sindaco Arena, sempre più faccia di plastica usa ad adattarsi a qualsiasi circostanza. Senza amor proprio, ma questo è un altro discorso.
L’unica che durante la seduta ha incalzato il sindaco, come detto, è stata la capogruppo del Pd Luisa Ciambella, rivendicando il diritto a conoscere cosa sta accadendo a Palazzo dei Priori: “Voglio sapere cosa sta succedendo. Con il criterio della sottovalutazione e dello scontro tra bande siamo arrivati sempre più in basso. Non possiamo sempre dire che non è successo nulla. Per questo, senza voler essere provocatoria io vorrei chiederle se lei (Arena, ndr), quando guarda dentro di sé, all’uomo Arena, non senta almeno un pizzico di vergogna. Sono due anni che litigate, poi fate pace, senza mai fare chiarezza, e che governate la città con il consociativellum ben rappresentato dal delegato alla mondezza Marini che si divide tra Comune e Provincia. Tra un governo di sinistra-destra e un governo di destra-destra (che inciucia con la sinistra, ndr)”.
“Io vorrei che lei mi spiegasse – ha poi continuato la Ciambella, alludendo a un accordo di muto soccorso stretto tra la maggioranza e alcuni ambienti dell’opposizione – dove si fermerà questo patto di solidarietà che avete fatto per Palazzo Gentili, se lo allargherete a Palazzo dei Priori, se lei senta o meno l’esigenza di scusarsi con i cittadini per la confusione che regna sovrana nella vostra azione amministrativa. Dica ai cittadini per esempio che se il Comune non approva il bilancio può operare solo in dodicesimi, riuscendo a pagare solo stipendi e bollette e non certo a realizzare tutte le mirabili proposte che tanti consiglieri fanno. Avevate fatto tante promesse che poi si sono risolte solo in una guerra tra bande per mettere ognuno il proprio uomo al posto che interessa. Sono contenta che lei creda di essere il sindaco di un’amministrazione di successo, peccato che sia l’unico a pensarla così, i viterbesi sono di tutt’altro parere”. “Non permetterò – ha concluso Luisa Ciambella – che ancora una volta questa città resti fedele al motto del facciamo finta di nulla”.
Imbarazzante (per lui) la replica di Arena, che, a proposito delle critiche feroci sollevate da Santucci a mezzo stampa, ha detto che si tratta di critiche costruttive: “Santucci è intervenuto in maniera propositiva, anche sull’appalto-ponte. Non era convinto ma l’ha votato. Siamo una coalizione, ognuno ha i suoi punti di vista, c’è il momento della condivisione e c’è quello delle divergenze. Si tratta di una dialettica normale”.
E intanto la città sprofonda.