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Home » Politica » Parroco celebra matrimonio tra due donne, poi “si dimette”

Parroco celebra matrimonio tra due donne, poi “si dimette”

20 Luglio 2020

Parroco viterbese assegnato alla parrocchia di di San Lorenzo Martire a Sant’Oreste celebra un matrimonio omosessuale tra due donne. Non potendolo fare come sacerdote, aveva ottenuto dal sindaco del piccolo paese della Sabina vicino a Civita Castellana l’autorizzazione a svolgere il rito civile in veste di pubblico ufficiale. I fatti sono accaduti l’11 luglio. Ora è stato rimosso dall’incarico dal vescovo di Civita Castellana, monsignor Romano Rossi, che ha già annunciato alla comunità che domenica prossima troveranno a celebrare messa un nuovo parroco.

Il protagonista della storia si chiama don Emanuele Moscatelli ed è originario di Bassano Romano. Pochi giorni prima della celebrazione, era andato dal sindaco di Sant’Oreste per chiedere di potere unire in matrimonio in Comune le due donne. Valentina Pini, eletta nel 2016 con una lista civica, spiega all’Adnkronos come sono andate le cose: “Il parroco mi ha chiesto di potere avere la delega per sposare le due donne perché è prerogativa del sindaco concederla e , nella volontà di non ledere i diritti di nessuno, gliela ho data”. “La cerimonia (che ha visto don Emanuele indossare la fascia tricolore, ndr) – continua Pini – è avvenuta in Comune. Avendo una certa confidenza col parroco gli ho detto pure di valutare l’opportunità di questa cerimonia. Ecco come sono andate le cose. Non so se lo hanno fatto a titolo religioso o per amicizia. Io ho concesso la delega solo nella volontà di non ledere i diritti di nessuno”.

Il vescovo Romano Rossi, interpellato sulla vicenda dall’AdnKronos, specifica intanto che “don Emanuele si è dimesso spontaneamente. Ha capito l’inopportunità e farà un periodo di riflessione e di verifica. Abbiamo dialogato a lungo, non si è trattato di una decisione di autorità – assicura -. Non è in corso nessuna censura, ha deciso che era opportuno dimettersi”. Il Gay Center, attraverso Fabrizio Marrazzo, chiede invece al vescovo clemenza, avendo il sacerdote celebrato non in chiesa ma come libero cittadino. “Il parroco – spiega il vescovo Rossi – è un libero cittadino ma c’è un canone che impedisce ai sacerdoti di officiare cerimonie civili a prescindere da chi si sposa. Ma si dialoga nella Chiesa e così ho fatto con don Emanuele”. Dopo il periodo di riflessione, spiega ancora il vescovo, “non potrà fare più il parroco a Sant’Oreste ma una volta chiarite certe cose potrà fare tutto, quando sarà il momento”. Un matrimonio civile celebrato “in nome dell’amicizia serena, non erano sconosciute al parroco queste donne. Sono battezzate”, spiega ancora monsignor Romano Rossi.

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