La strategia del muro di gomma quella adottata da Giovanni Arena per resistere e andare avanti. Preoccupatissimo di perdere la fascia tricolore, interpretata più come prestigio personale, attraverso cui riscattare una vita trascorsa politicamente sempre in secondo piano, che come esercizio del potere fine a se stesso, Giovanni si è imposto di non arrabbiarsi. Di buttarsi tutto dietro alle spalle. Di far finta di niente sperando che i problemi si risolvano da soli. Un atteggiamento che, se in determinate circostanze può anche rivelarsi vincente, rischia alla lunga di logorarlo. Oltretutto, che lui è fatto così ormai l’hanno capito talmente bene tutti che ognuno si comporta di conseguenza, ben sapendo che tanto non avrà mai il coraggio di mandare tutto all’aria come ha fatto l’ex sindaco di Civita Castellana, Franco Caprioli.
Arena, a differenza di Caprioli, alla fascia ci tiene tanto. E poi ha una pazienza infinita. Parla con tutti, li fa sfogare, non dà torto a nessuno, l’ultimo che parla ha sempre ragione, sorride, una pacca sulle spalle e via. Il problema è che alla fine, per non rischiare e per non dire di no a quelli a cui prima ha già detto sì, non prende mai posizione. Non decide. E’ immobile, fermo, paralizzato. Conducendo così nella paralisi anche il Comune.
Tutte scene già viste e che, dopo due anni di amministrazione, sembrano destinate a far trascorrere a Viterbo altri tre anni di nulla. Tre anni di vuoto cosmico fino al 2023, quando sarà troppo tardi. Non basteranno maschere nel 2023 per ripresentarsi davanti agli elettori per essere riconfermati. Certo, Arena trasformerà il muro di gomma con cui si è protetto prima in una possibile faccia di plastica per mimetizzarsi poi, ma il suo modo di fare non lo potrà cambiare e resterà ben visibile a mille miglia di distanza.