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Home » Politica » Rassicurazioni ai precari del 118, ma i sindacati non si fidano

Rassicurazioni ai precari del 118, ma i sindacati non si fidano

15 Luglio 2020

La Regione sostiene di non essere a conoscenza della procedura avviata da Ares 118, con una delibera del 2 luglio, volta ad affidare alle associazioni di volontariato il servizio di emergenza e soccorso in 44 postazioni dislocate sul territorio regionale, di cui otto in provincia di Viterbo: Canino, Montalto Centro, Viterbo Sud, Vetralla Cassia, Civita Castellana, Bolsena, Civitella d’Agliano e Tuscania. Inoltre, assicura che non ci saranno altre esternalizzazioni.

E’ questa la risultanza dell’incontro tra i sindacati e il capo segreteria dell’assessorato alla sanità durante la protesta dei lavoratori delle ditte esterne, che, con l’arrivo dei volontari, rischierebbero il posto. Novanta di loro sono della provincia di Viterbo e hanno partecipato in massa al sit-in sotto gli uffici regionali.

Durante l’incontro è emerso anche che per i precari del 118 non ci sarà nessuna indennità Covid, differentemente dai dipendenti a tempo indeterminato. Spetta alle società da cui dipendono e non dalla Regione erogare questo premio, ha fatto sapere lo stesso capo segreteria di D’Amato. Il quale ha anche annunciato che a breve partirà un piano di internalizzazione.

I sindacati in ogni caso non si fidano e chiedono pertanto il ritiro, da parte dell’assessore D’Amato, della delibera del 2 luglio, lo sblocco del concorso per autisti (ancora fermo nonostante le ordinanze regionali che autorizzano la ripresa delle procedure) e la stabilizzazione dei professionisti precari aventi diritto.

Come ribadito da Stefano Barone, segretario provinciale NurSind, e Alessandro Saulini, segretario NurSind118, in attesa del concorso “bisognerebbe intanto indire una procedura urgente di reclutamento di autisti soccorritori, ricorrendo all’avviso pubblico (come da normativa per emergenza Covid), ed inoltre, coinvolgendo gli uffici di collocamento, si devono assumere autisti barellieri per consentire la riattivazione e l’impiego delle ambulanze a tre unità. C’è poi la grave carenza di infermieri, che sconta il mancato scorrimento delle graduatorie in essere e su questo punto “è forte il sospetto” dei sindacati “che i vertici della sanità regionale preferiscano assumere con altri criteri e creare altri precari.

“Anche sul fronte logistico – fanno notare – ci sarebbero ampi margini di miglioramento, a patto di incrementare il finanziamento straordinario per l’acquisto di nuove ambulanze, già erogato in previsione della tanto annunciata reinternalizzazione, quanto mai necessario per rinnovare una parco mezzi obsoleto con alcuni mezzi prossimi alla rottamazione ancora impiegati”.

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