In Consiglio comunale è sbarcato anche il giallo di questa estate: Fantasmi al museo.
A sollecitarne la lettura è stata Luisa Ciambella che ha chiesto spiegazioni, tramite interrogazione, di una delibera, portata in giunta dall’assessore Marco De Carolis, ma bocciata dal segretario generale, che voleva affidare all’Università della Tuscia, nell’ambito di un non meglio specificato e dettagliato protocollo di collaborazione scientifica, il compito di scegliere un direttore e un conservatore per il civico di piazza Crispi. Non si può fare, ha spiegato Annalisa Puopolo: si configurerebbe il reato di intermediazione illegittima di manodopera. In altri termini: se il direttore e il conservatore dipendono dal Comune, a che titolo vengono nominati dall’Università?
Sul museo in questi due anni di amministrazione Arena se ne sono viste di tutte di tutti i colori. Prima, De Carolis ha annullato il bando emanato da Michelini per la scelta del direttore tramite una regolare selezione per titoli ed esami come si fa in tutti i comuni del mondo. Poi ha tentato la carta della privatizzazione, cedendo le collezioni ad una società terza. Roba che non accade neanche nel terzo mondo.
Infine, come visto in questi giorni, sempre De Carolis, dopo aver criticato la presenza di un direttore, di figure specialistiche ne ha previste addirittura due: oltre al direttore, anche un conservatore, manco se, invece che del civico di piazza Crispi, Viterbo possedesse la Galleria degli Uffizi.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Il museo è un morto che cammina, degno compagno dei fantasmi che popolano Palazzo dei Priori. Un morto sì, ma non fa niente: nell’attesa di un’improbabile resurrezione, De Carolis ha già pensato di metterlo a reddito inserendolo nel biglietto unico a venti euro portato e liquidato in Consiglio.