Mentre la città continua ad essere sporca e l’erba in molte zone si mangia marciapiedi e bordi delle strade, va a rilento l’affidamento del nuovo appalto rifiuti vinto da Viterbo Ambiente. Parliamo dell’appalto ponte della durata di un anno in vista di quello vero che di anni ne durerà sei. L’azienda non vuole sottoscrivere il contratto a causa delle condizioni troppo pesanti che il delegato del sindaco, Giulio Marini, vorrebbe imporre. La firma era prevista per venerdì, ma niente: è slittata a data da destinarsi. Arena, ottimisticamente, sostiene che avverrà entro questa settimana, ma chissà. Da quanto si sa, tutto è nelle mani degli avvocati: infatti, Viterbo Ambiente non si fida del Comune, che a sua volta non si fida di Viterbo Ambiente.
Sul perché di questa situazione aleggia un certo mistero. Nel senso che tutto deriverebbe, come riportato da alcuni organi di informazione, dai servizi aggiuntivi che Marini vorrebbe caricare sulle spalle dell’aziende a fronte di un compenso che essa non ritiene congruo: sfalcio dell’erba, pulizia delle strade, più frequente svuotamento dei cassonetti nelle zone C e via discorrendo. La domanda però sorge spontanea: ma perché non ci hanno pensato prima? Perché tutte queste cose non sono state specificate sul bando dell’appalto ponte, lasciando così spazio ad interpretazioni di norme che ognuno valuta come vuole?
Dopo un anno di proroghe, il Comune, vista la situazione in cui versa la città, e le polemiche che ne scaturiscono tutti i giorni, non doveva farsi cogliere impreparato. Purtroppo si è invece perso tempo, tanto: un anno e siamo ancora al punto di partenza.
Motivo del contendere sembra siano anche i contenziosi pregressi, ma, al di là di ciò, poi contano i fatti. I quali al 13 luglio 2020 non lasciano presagire nulla di buono a prescindere dalla firma del contratto. Motivo per cui c’è da temere che l’erba continuerà a crescere rigogliosa e qualche busta di rifiuti o qualche materasso a fare bella mostra di sé in mezzo alla strada. Ma, d’altra parte, Marini, delegato dal sindaco a trattare sulla materia, non è lo stesso che sette anni fa fece l’appalto tanto criticato in vigore in regime di proroga ancora oggi e destinato a sopravvivere sotto mentite spoglie quando entrerà in funzione quello cosiddetto ponte?