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Home » Italia » Sul Mes si gioca la credibilità dell’Italia

Sul Mes si gioca la credibilità dell’Italia

5 Luglio 2020

Da ildomaniditalia.eu riprendiamo e pubblichiamo l’intervento di Raffaele Bonanni.

C’è un nodo molto importante da sciogliere da parte del governo, che sta lì come il convitato di pietra del ‘Don Giovanni’. Infatti il fantasma è lì, non si vede, ma tutti sanno della sua presenza. Si tratta del Mes e dei soldi europei per il recovery fund, messi a disposizione dalla UE a interessi, insignificanti per riorganizzare la sanità e renderla più capace di fronteggiare la pandemia ed ogni altra emergenza sanitaria possa insorgere nel futuro.

Il M5S è restio a discuterne, quando non ferocemente contrario, anche se in questi mesi abbiamo drammaticamente costatato che il nostro sistema sanitario è largamente insufficiente a fronteggiare emergenze importanti, ed ha bisogno di grandi quantitativi di denaro per riorganizzarsi. I grillini, infatti, sono suggestionati dalla idea che all’interno delle clausole della concessione di prestiti Mes, vi siano delle norme capestro pronte a strangolare in un commissariamento chi vi fa ricorso: un’esca pronta ad intrappolare chi per bisogno fa richiesta di fondi. Va sottolineato che il mistero su questo nodo si è infittito ancor più dopo la decisione presa a Bruxelles, e dopo le vittoriose pressioni di Italia Francia e Spagna tese a sfoltire, fino a nullificare, le norme di garanzia per il ricorso alle linee Mes di prestito, ma alla sola condizione che l’impiego dei denari fossero esclusivamente destinate a piani di investimento per la sanità.

Ma quello che non è comprensibile, è la paura di innescare processi di ‘commissariamento’ per incapacità remotissima di restituzione di soldi all’Europa, quando invece, gli stessi che paventano tali rischi, non mostrano alcuna preoccupazione a spendere e spandere a debito, attraverso l’inevitabile attivazione di acquisti di risorse dalla finanza internazionale, in presenza di un rapporto debito Pil che raggiunge il 160%.

Dunque, se fossero davvero preoccupati, questa possibile evenienza, sì che è molto pericolosa, perché può portare al default dell’Italia per incapacità di fare fronte agli obblighi di restituzione dei prestiti, ed alla attivazione di crescenti quantitativi di credito per arginare il costo dell’abnorme e scriteriata politica di spesa pubblica improduttiva. Peraltro rifiutare il Mes, come taluni sostengono, non solo ci fa spendere molti miliardi di Euro in più ricorrendo a finanziatori privati, ma aumenterebbe enormemente i sospetti sulla nostra affidabilità rispetto alla Commissione Europea, proprio in un momento decisivo per lo sviluppo della Unione come entità politica. Ultimamente i leaders europei, Frau Angela Merkel in testa, si sono convinti di controbattere alle palesi azioni ostili dei paesi più potenti del mondo, con la edificazione rapida degli Stati Uniti d’Europa.

È proprio in questi frangenti che si noterà in Italia chi possiede lungimiranza, chi ama cultura e tradizioni europee, chi ha la libertà di perseguire la unica e sola possibilità di sovranismo dei nostri popoli, utile per difendersi dalla invadenza della finanza e dalle potenze mondiali più grandi. Si può dire che il Mes è la cartina di tornasole della affidabilità italica, ma anche della sopravvivenza del governo attuale. Infatti difficilmente l’attuale maggioranza potrà reggere con il simbolico diniego al ricorso ai fondi del Mes. Dunque chi con il Mes vuol ferire, di Mes perisce.

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