Nulla di fatto per la delibera per l’affidamento diretto della piscina comunale alla Fin, ovvero per l’istituzione di un centro federale in città. L’atto, in discussione in quarta commissione, è stato congelato su richiesta del sindaco Arena in un clima incandescente, frutto, a quanto pare, delle diversità di vedute all’interno della maggioranza.
Tecnicamente, lo stop si è reso necessario per apportare ulteriori modifiche al regolamento sugli impianti sportivi. Quelle appena approvate, proprio per introdurre la possibilità degli affidamenti senza gara, si è scoperto infatti che non sono sufficienti. In particolare, va eliminato il comma 5 dell’articolo 3, secondo il quale la gara è indispensabile per l’affidamento delle strutture sportive di rilevanza economica, qual è appunto la piscina. A questo punto, visti i tempi che questa operazione comporterà, alla Fin sarà concessa un’altra proroga provvisoria di circa un mese. Sulla questione non mancano per visioni discordanti a livello politico e va oltretutto notata la posizione del dirigente (Celestini), secondo il quale la nuova modifica non sarebbe obbligatoria.
Al di là dei tecnicismi, non sfugge a nessuno che non c’è unità d’intenti all’interno della maggioranza. Fondazione, in particolare, ritiene che il lungo lasso di tempo (8 anni più 8) in cui resterebbe in piedi l’affidamento richiederebbe una convenzione chiara, dove siano ben specificati gli onori e gli oneri della Fin e di conseguenza le responsabilità che dovrebbero restare in campo al Comune. Insomma, dice Fondazione, patti chiari e amicizia lunga con la Federazione italiana nuoto a cominciare da una netta distinzione tra lavori ordinari e lavori straordinari per evitare, metti caso, che a qualcuno venga l’idea di far passare gli straordinari come ordinari, così paga il Comune.