
Una morte senza un perché. Raffaele Trua, 24 anni il prossimo 25 luglio, se n’è andato via nell’incredulità dell’intera città, suscitando un infinito dolore negli amici e in chi lo conosceva. A nulla sono valsi gli sforzi dei sanitari del Policlinico Gemelli, che lo hanno sottoposto nella notte tra martedì e mercoledì a un delicato intervento chirurgico. Il suo cuore ha smesso di battere, colpito a morte durante l’incidente sulla Sammartinese, vicino al cimitero. Il giovane percorreva la strada in moto, quando ha perso il controllo del mezzo ed è andato a sbattere contro un albero.
La dinamica della tragedia è ancora al vaglio dell’autorità giudiziaria, che ha disposto il sequestro del corpo per permettere ai medici legali di eseguire l’autopsia, necessaria per avere a disposizione il maggior numero possibile di dati. C’è anche chi parla della presenza sulla strada di una grande buca, che avrebbe determinato lo sbandamento della moto, il suo dirottamento contro l’albero e, come ultima, fatale circostanza, lo sbalzamento del ragazzo, che, cadendo, ha battuto violentemente la testa. Una botta talmente forte che non gli ha lasciato scampo. L’autorità giudiziaria, che concederà il permesso di svolgere i funerali dopo l’autopsia, è chiamata a chiarire tutti questi aspetti.
Raffaele aveva frequentato il liceo classico Buratti e la sua scomparsa ha gettato nello sconforto docenti e compagni di classe. Sui social sono decine e decine i messaggi di cordoglio lasciati da chi lo conosceva: Non si può morire a 24 anni. Anzi, a quell’età non si deve nemmeno pensare alla morte, scrive un’amica. E un’altra: Non ci si può credere. Non ci sono parole, solo tanta tristezza. Un abbraccio e condoglianze alla famiglia. E poi: Amore bello! Mancherà il tuo sorriso, la tua simpatia, la tua sensibilità, mancherai tu che sei una persona indimenticabile. E ancora: Dolce angelo…. Quindi: Non mi basterà una vita per dimenticarti, scrive un amico. Vola più in alto che puoi… sei un angelo, è l’augurio che gli porge un’altra persona ancora.