Italia Nostra esulta per la decisione del Governo di bloccare il fotovoltaico a Tuscania e Montalto, e a chi sostiene che si sarebbero persi quasi mille posti di lavoro replica affermando che si tratta solo di cifre tirate fuori in maniera strumentale. Non solo: io veri posti di lavoro, fa notare l’associazione ambientalista, sono quelli che, tutelando il territorio, possono arrivare dal settore turistico e dell’accoglienza.
“Bene – si legge in una nota – il ministro dei beni culturali Dario Franceschini, che con la sua azione ha saputo riconoscere la necessità di tutelare un paesaggio di grande valore – quello della Maremma laziale – tra i più integri e intatti del centro Italia e dell’intera penisola. Dai Rapporti Ocse, Enea, Aie, Ilo-Ue sugli impatti degli investimenti nel fotovoltaico, parrebbe che i posti di lavoro necessari per l’installazione degli impianti in questione non superino neanche la metà della cifra citata per una durata di circa un anno e mezzo, mentre nella fase di manutenzione e gestione i posti sarebbero solo poche decine”.
Italia Nostra sottolinea quindi che i profitti derivanti da queste operazioni “sarebbero rimasti solo in minima parte sul territorio (con investimento totale di circa 250 milioni di euro produttivo, le società avrebbero tratto circa il 170% di profitti). Un territorio dove sono presenti numerosi casali, fortilizi medievali e rinascimentali, così come borghi rurali di origine medievale (San Giuliano) e reticoli viari etruschi e romani. Per fortuna il Consiglio dei ministri ha agito secondo ragione e lungimiranza”.
Il direttivo di Italia Nostra si augura dunque che “che questa importante bocciatura costituisca un precedente di indirizzo politico e di coordinamento ministeriale e tecnico”, e che si possa presto giungere “al riconoscimento dell’intera Tuscia Viterbese quale territorio degno del sigillo dell’Unesco o alla costituzione di un Parco naturale dell’Etruria meridionale, al pari delle Crete senesi o del Chianti”.