E’ di questi giorni il grido di allarme di medici, ambientalisti, presidenti dei biodistretti e semplici cittadini sulla dispersione nell’aria di prodotti chimici letali, utilizzati a volte in maniera irresponsabile soprattutto nei noccioleti del Viterbese. Diversi sono i cittadini che chiedono alle organizzazioni ambientaliste e alle autorità sanitarie di intervenire per ridimensionare o far interrompere questa attività dannosa per l’ambiente e le persone.
Accademia Kronos, al riguardo, ritiene “che non è necessario appellarsi al buon senso degli agricoltori affinché adottino con saggezza l’uso di queste sostanze, basta chiedere alle autorità di applicare la legge 150 del 14 agosto 2012, emanata ‘per ridurre i rischi e gli impatti sulla salute umana, sull’ambiente e sulla biodiversità causati dall’uso non corretto dei fitofarmaci’. Le disposizioni ‘si applicano tenendo conto del principio di precauzione, quando è necessario un intervento di limitazione o di divieto di utilizzazione di prodotti fitosanitari in circostanze e aree specifiche, a fronte di potenziale pericolo per la salute umana, animale e per l’ambiente’.
La legge – fa ancora nota Accademia Kronos – vieta l’uso di prodotti chimici di sintesi in prossimità di abitazioni, strade frequentate e, soprattutto, nelle vicinanze di sorgenti o bacini idrici”.
Entrando nel merito del comprensorio del lago di Vico, dove molti noccioleti gravitano intorno al bacino lacustre, le cui acque addirittura alimentano l’acquedotto di Caprarola, Accademia Kronos segnala “che diverse persone che per motivi sportivi o di svago frequentano il lago, hanno chiesto all’associazione di intervenire, perché preoccupate per l’uso eccessivo di pesticidi e diserbanti che avvelenano terreni posti anche a pochi metri, se non centimetri, dalle acque”.
Accademia Kronos pertanto chiede alle autorità preposte alla salute e all’incolumità umana e animale “di intervenire subito con energia per ridurre al minimo il rischio pesticidi per la salute dei cittadini. Tenendo presente che tale attività agricola, se non fatta con attenzione e rispetto dell’ambiente e delle persone, può essere definita come un vero e proprio attentato alla salute pubblica”. In conclusione, Accademia Kronos ricorda “che dovrebbero essere i sindaci, responsabili della salute dei propri cittadini, ad interessarsi per primi al problema, predisponendo norme capaci di vietare l’uso errato e dannoso di prodotti chimici in agricoltura, soprattutto se in prossimità di abitazioni o bacini d’acqua. In mancanza di ciò i sindaci stessi debbono essere ritenuti colpevoli di disinteresse nei confronto della salute pubblica”.