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Home » Politica » Affogano nel Tevere le ambizioni della Lega laziale

Affogano nel Tevere le ambizioni della Lega laziale

25 Giugno 2020

Civita Castellana torna al voto il 20 e 21 settembre. Tre mesi di commissariamento con campagna elettorale in piena estate: solo a pensarlo un anno fa, dopo la plebiscitaria vittoria di Franco Caprioli, si sarebbe passati per matti. E invece la realtà, come sempre, supera la fantasia. Al momento è difficile ipotizzare come si muoveranno le forze politiche visto il quadro di estrema frantumazione che c’è sia a sinistra che a destra. Di certo, quella andata in scena è la debacle della Lega e da questo assunto, per quanto concerne il centrodestra, partiranno tutti i ragionamenti. Il Carroccio paga d’altra parte la mancanza di classe dirigente e soprattutto l’aver imbarcato tutti indistintamente, pur di fare numero e stravincere. La strategia si è dimostrata sbagliata.

A poco più di trenta chilometri da Civita Castellana, a Fara Sabina, va in scena una situazione simile. Anche qui, da ieri, il commissario. Anche qui elezioni il 20 e 21 settembre. Con una differenza, però: il sindaco, Davide Basilicata, non si è dimesso, ma è stato sfiduciato. Hanno raccolto le firme, sono andati dal notaio e poi hanno tutti insieme protocollato le loro dimissioni. In nove, sette di maggioranza e due di minoranza. Basilicata era entrato nella Lega, da cui poi era stato espulso. E a mandarlo a casa sono stati, manco a dirlo, quelli della Lega. Un partito marmellata con dentro ex Forza Italia, ex Alleanza nazionale ed ex democristiani. Un partito non partito, approdo, come a Civita Castellana, di tanti personaggi in cerca d’autore convinti di ottenere, salendo sul carro vincente, ciò che non avevano avuto prima militando nelle loro originarie formazioni politiche. Troppi personalismi, insomma, e alla fine il risultato è stato quello che è stato. Esattamente quello che è successo a Civita Castellana.

Da Civita Castellana a Fara Sabina, dalla riva destra a quella sinistra, il Tevere mette dunque in luce la debolezza di Salvini, della squadra di cui si è circondato, del (non) progetto politico che è alla base della sua straripante popolarità. Né a Civita Castellana, né a Fara Sabina sarà facile ripresentarsi, per il centrodestra, davanti agli elettori. Una circostanza, questa, che sembra destinata a far passare in secondo piano le debolezze degli altri, cosicché il centrosinistra potrebbe avere in tutti e due i comuni un’insperata e inattesa rivincita.

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