Giovedì 25 giugno presidio del comitato Non ce la beviamo alla Regione Lazio per chiedere un nuovo modello di gestione del servizio idrico. Per l’occasione, saranno consegnate agli uffici 15 mila firme di cittadini che rivendicano la gestione pubblica dell’acqua come previsto dalla legge di iniziativa popolare n. 5/2014. In altre parole, si chiede il superamento dell’esperienza di Talete, società indebitata fino all’osso, costretta a continui aumenti tariffari per coprire costi e inefficienze frutto di una gestione chiaramente politica e partitica.
“Nella Tuscia – spiega il comitato – è tristemente noto come viene gestito il servizio idrico dalla Talete. I cittadini sono continuamente vessati da ripetuti aumenti ingiustificati delle tariffe, disservizi e distacchi. Neanche durante il lockdown la società ha operato un contenimento delle bollette o forme di agevolazione per chi si trova in condizioni di disagio economico. Una spa che, sebbene sia interamente a capitale pubblico, è di diritto privato a tutti gli effetti. Una spa che sta applicando aumenti di tariffe a fronte di prestiti non ancora concessi. Una gestione che fa acqua da tutte le parti e che prepara la strada all’ingresso delle multinazionali. Ma l’acqua è un diritto, non un privilegio, e deve essere potabile e accessibile a tutti. I tanti comitati della Tuscia viterbese, coordinati dal comitato Non ce la beviamo, hanno raccolto ben 15000 firme di comuni cittadini che vogliono che la Regione Lazio renda operativa la legge di iniziativa popolare n.5/2014. Questa legge, che ha dato seguito al referendum sull’acqua pubblica svoltosi nel 2011, è stata approvata all’unanimità dal Consiglio regionale nel 2014, salvo poi venire congelata per assenza dei decreti attuativi, bloccati per mancanza di volontà politica”.
“Giovedì 25 giugno il comitato Non ce la beviamo – spiegano ancora i promotori – consegnerà al presidente Zingaretti le 15000 firme dei cittadini della Tuscia che rivendicano il diritto all’attuazione della Legge 5/2014 e, con essa, il riconoscimento della volontà popolare con cui oltre 11.000.000 di cittadini si sono espressi per la gestione pubblica dell’acqua. I comitati dell’acqua pubblica di tutta la Regione Lazio, convocati la settimana scorsa, hanno deciso di riunire le proprie forze in questo obiettivo comune, iniziando un percorso in cui il presidio del 25/6 con la consegna delle firme della Tuscia segnerà il primo passo. L’acqua è vita, l’acqua è democrazia, fuori il profitto dall’acqua”.