Virus sempre più in ritirata anche nel Lazio, sebbene il focolaio del San Raffaele Pisana abbia determinato negli ultimi giorni un aumento dell’indice di contagio. Sono 14 i casi positivi accertati nelle ultime 24 ore e di questi 4 sono riferiti proprio ad una coda del cluster del San Raffaele Pisana dove sono stati effettuati ulteriori 430 tamponi su tutto il personale e i pazienti. I quattro nuovi casi riguardano operatori della struttura già posti in sorveglianza domiciliare. Il focolaio raggiunge così un totale di 118 casi positivi e 6 decessi correlati.
Complessivamente, in tutta la Regione sono 987 gli attuali casi positivi: 701 sono in isolamento domiciliare, 247 sono ricoverati negli ospedali e 39 si trovano in terapia intensiva. 827 sono i pazienti deceduti e 6.195 le persone guarite, un numero sei volte maggiore degli attuali positivi. Altro dato importante: all’ospedale pediatrico Bambino Gesù rimangono ricoverati solo un bambino con la mamma.
Alta nel frattempo l’allerta su possibili casi di importazione. Finora ne sono stati scoperti quattro, già tutti isolati. Provengono da Egitto, Brasile, Piemonte e Bergamo. “Questo conferma – commenta l’assessore Alessio D’Amato – che il sistema integrato di test e tamponi sta funzionando e ci permette di individuare casi di persone asintomatiche sul territorio. Non bisogna però abbassare la guardia”.
In provincia di Viterbo nelle ultime 24 ore nessun nuovo caso. Al momento il numero dei contagiati dall’inizio dell’epidemia resta dunque fermo a 464. Comunicata intanto la guarigione di un paziente residente a Viterbo. Al momento sono positive solo 9 persone, tutte in convalescenza a casa. Dall’inizio dell’emergenza nella Tuscia sono stati effettuati 14044 tamponi, 82 nelle ultime 24 ore. Ad oggi 40 cittadini sono in isolamento domiciliare fiduciario, 3849 lo hanno invece concluso. Prosegue poi l’indagine di sieroprevalenza avviata dalla Regione Lazio. A ieri i laboratori analisi di Belcolle e di Civita Castellana avevano refertato 4339 test sierologici eseguiti sul personale delle forze dell’ordine e sugli operatori sanitari della Asl. Di questi, 74 hanno dato esito positivo, con un indice di prevalenza dell’1,70%.