Dal Corriere di Viterbo riprendiamo e pubblichiamo un intervento di Giuseppe Fioroni, a firma di Massimiliano Conti, con ipotesi di lavoro sulle problematiche dell’economia locale.
Superare l’attuale monocoltura della nocciola valorizzando, con i fondi del Psr, i comparti dell’agricoltura e della zootecnica. E’ uno dei principali obiettivi contenuti nel “Progetto Viterbo” lanciato da Giuseppe Fioroni per bloccare “la decrescita infelice” della Tuscia.
“I dati economici – sottolinea l’esponente del Pd – fotografano una provincia che regredisce costantemente e un’economia chiusa fondata su servizi e turismo. Nell’era post Covid ci troveremo ad affrontare una crisi dei consumi gravissima, che necessita di una cura forte attraverso scelte politiche che puntino a un reale riequilibrio territoriale nel Lazio”.
Fioroni, come affermato in un’intervista pubblicata ieri, si dice certo che Zingaretti e i consiglieri regionali faranno fino in fondo la propria parte per impedire che la Tuscia precipiti nel baratro: “Occorrono forti investimenti pubblici: completare la Trasversale, estendere l’ammodernamento del sistema ferroviario oltre il tradizionale limite della provincia di Roma, realizzare la fermata dell’alta velocità a Orte, condizione necessaria per lo sviluppo dell’area del Lazio Nord e dell’Umbria, mettere in cantiere il raddoppio della Cassia per il quale c’è già pronto un progetto, ammodernare l’Aurelia, investire sull’Interporto facendolo diventare il fulcro della logistica tra i due mari”.
Nel settore primario, da considerare il calo del valore aggiunto subito dal comparto agricoltura-silvicoltura e pesca nel periodo 2012-2017: “Mentre nel Lazio questo valore cresce, nella Tuscia registriamo un crollo del 17.3%, a dimostrazione che è indispensabile tornare a una policoltura diversificata: dalla patata alle olive, dall’uva alle mandorle, dai cereali agli allevamenti, favorendo la nascita di centri di trasformazione e commercializzazione”. I dati dimostrano che da sola la nocciola non basta, sottolinea l’ex ministro, secondo cui “la Ferrero dovrebbe essere spinta a trasformare il prodotto nella nostra provincia”.
Capitolo ambiente: “Abbiamo la fortuna di essere un territorio totalmente green, in cui riserve e laghi, insieme a un grande patrimonio culturale e artistico, si prestano a dar vita a un turismo lento con piste ciclabili e percorsi diversificati e diffusi. Per questo è necessario che la Regione ci consenta di realizzare la prima piattaforma del turismo lento, con finanziamenti anche per i parcheggi fuori le mura”. Sul fronte dell’edilizia, bisogna invece scommettere sull’ecobonus, “con interventi per il miglioramento antisismico e investimenti regionali che individuino i centri storici da recuperare e riconsegnare come leva per lo sviluppo”. Nella partita ambientale un ruolo importante può giocarlo, secondo Fioroni, il distretto ceramico di Civita, oggi all’avanguardia nel risparmio idrico.
E ancora: “Ristrutturare la rete sanitaria e ospedaliera, facendone un modello post Covid e sfruttando le risorse del Mes, per evitare che un viterbese su 3 continui a curarsi altrove, e per attrarre pazienti dalle province limitrofe”. Spazio anche all’Università della Tuscia, “che può diventare un polo formativo basato sul modello economico-sostenibile delineato dal manifesto di Assisi”, e al settore militare, realizzando un punto di riferimento formativo internazionale per i piloti dell’ala rotante”.
L’invito è quindi a Regione, Provincia e Comuni a mettersi a lavorare per costruire un progetto globale per accedere ai finanziamenti del Recovery fund: “Abbiamo tempo per prepararci per invertire la rotta della nostra decrescita infelice”.