“La richiesta della società idrica Talete di esigere arretrati di 5 anni e più, oltre a essere sinonimo di inefficienza gestionale, sembrerebbe contraria a una direttiva dell’Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente”.
La denuncia arriva dal coordinatore provinciale della lista “Per i beni comuni”, Bengasi Battisti, che, di fronte ad alcune bollette per migliaia di euro recapitate in questi giorni, è andato ad approfondire la questione, scoprendo appunto che Talete non potrebbe richiedere crediti più vecchi di 24 mesi.
“Infatti – spiega – l’Autorità, in attuazione della legge di bilancio 2018, con delibera 547/2019, stabilisce che dal 1° gennaio 2020 la prescrizione delle bollette è ridotta da 5 a 2 anni. L’utente, dunque, non potrebbe ricevere bollette con richieste di pagamenti oltre i due anni. La Talete, invece, non curante delle nuove disposizioni, continua a spremere i cittadini per coprire i soliti sprechi clientelari”.
“Pertanto – conclude Bengasi Battisti – ancora lavoro interinale, consulenze d’oro, importanti spese per software di gestione non utilizzati. Il tutto senza un miglioramento dell’efficienza e con l’acqua che si trasforma in una merce solo per pagare sprechi e clientele. Per questo occorre ancora affermare ‘Acqua pubblica e fuori dal mercato’. Per una gestione di diritto pubblico e partecipata che possa mettere fine a questa insopportabile e penalizzante situazione”.