Tutti contro tutti in maggioranza. Una dannazione che si è abbattuta contro ogni coalizione andata al governo di Palazzo dei Priori negli ultimi 12 anni. Fu così con Marini, ostaggio delle bande del centrodestra dal 2008 al 2013. La stessa cosa si ripetette con Michelini, sotto continuo ricatto dal 2013 e al 2018. E oggi non sfugge alla maledizione, anzi sembra esserne addirittura colpito anche di più dei suoi predecessori, Giovanni Arena. Il risultato è rappresentato attualmente da un’attività amministrativa praticamente ferma. In due anni, non si ricorda un’azione degna di nota messa in campo da questa giunta.
In questi giorni sono scesi sul piede di guerra i consiglieri comunali Elisa Cepparotti, Walter Rinaldo Merli e Antonio Scardozzi. Minacciano di non votare il bilancio se non saranno presi provvedimenti a favore della frazioni sommerse dal degrado e dall’erba alta. Hanno ragione. C’è poi il caso di Vittorio Galati, che prima si è schierato con gli esercenti che non vogliono l’isola pedonale in centro, andando contro il parere dei suoi “autorevoli” colleghi, e adesso promette battaglia per lo spostamento di alcune iniziative dell’estate viterbese fuori le mura.
Fin qui la cronaca. Nella sostanza emerge la fisionomia di una coalizione non in grado neanche di gestire l’ordinaria amministrazione. Le critiche mosse a suo tempo a Michelini trovano lo stesso terreno fertile, e anzi molto di più, nella situazione odierna. Gli stessi che gridavano contro la città sporca al tempo del sindaco-giardiniere sono quelli che la città la stanno tenendo lurida oggi.
Pur tuttavia, leggendo oltre le minacce, a due anni dall’insediamento della giunta Arena tutto lascia intravedere che alla fine tutti si faranno ricondurre all’ovile con la prospettiva di altri tre anni vissuti nell’inutilità. A monte c’è un problema di teste, di mentalità, di capacità programmatica e decisionale, più in generale si intravede una colpevole carenza di cultura amministrativa e visione strategica. Tutte caratteristiche che se da un lato producono il nulla cosmico, dall’altra diventano però collante per tenere il culo attaccato alla poltrona. Ben sapendo, tutti quanti, che se si dimettono e vanno al voto non saranno più eletti. Regola, questa, a cui non sfugge il sindaco – come a suo tempo non vi sfuggirono Marini e Michelini – che mai avrebbe il coraggio di staccare la spina come ha fatto Caprioli a Civita Castellana.
Per cui, rassegnatevi ad assistere a questo spettacolo per altri tre anni. Poi si vedrà.