Non piace ai ristoratori e ai bar del centro storico l’ampliamento dell’isola pedonale: dalle 10.30 alle sei del mattino successivo il venerdì, sabato, domenica (e festivi) e dalle 19 alle 6 nei feriali. Sarà, a giudizio di molti, la pietra tombale per tante piccole attività. La proposta alternativa: chiusa dalle 19 solo il venerdì, sabato e domenica.
Di fatto quello che per il Comune, almeno ufficialmente, doveva essere un favore fatto alla categoria si sta rivelando aglio occhi dei diretti interessati l’ultimo, incomprensibile sgarbo. E d’altra parte è anche difficile dargli torto se è vero che durante il lockdown lo stesso sindaco e diversi assessori avevano detto che, proprio per permettere alle attività di lavorare di più, avrebbero permesso durante questa estate molto particolare una maggiore libertà d’azione a tutti, traffico compreso. Ammettendo con ciò che l’isola pedonale era anche da loro considerata una iattura. Ci hanno ripensato, e perché non è dato saperlo.
Il risultato è che un gruppo di esercenti si è ritrovato a piazza del Gesù per far presente tutto quello che a loro dire c’è di sbagliato in questo provvedimento. “Provvedimento devastante”, parole di Giovanni Uselli, titolare del Labirinto in via San Lorenzo. “Una decisione inopportuna. In giro non si vede un turista nemmeno a pagarlo oro e l’amministrazione che fa? Attiva una ztl che di fatto non esisteva nemmeno prima. Proprio mentre avevamo bisogno di un po’ ossigeno, arriva questa decisione incomprensibile”.
Insieme a Uselli in conferenza stampa anche Mauro Torroni del Bar Mat, Adrian Frunzescu del Baretto 2.0, Luana Urbinati dello storico Due Righe Book Bar, Angelo Proietti Palombi del 13 Gradi e Sara Pratali de Il Gargolo.
“In tutt’Italia le ztl delle grandi città sono aperte per favorire la ripresa del commercio – hanno rimarcato – ma qui a Viterbo no. Qui la chiudono”. E già: il fatto è che Viterbo è ancora Stato Pontificio, mica Italia.