L’intervento più serio sin qui ascoltato in Comune da vent’anni a questa parte arriva quando meno te l’aspetti e lo fa la consigliera Isabella Lotti di Forza Italia: “Ragazzi siamo vergognosi tutti”.
Siamo in prima commissione e si sta eleggendo il nuovo presidente al posto di Luigi Maria Buzzi nominato capogruppo di Fratelli d’Italia. I Rotelli’s Boys presentano il sostituto (la poltrona è loro e se la vogliono tenere stretta), individuato nella persona di Martina Minchella, colei che da segretaria del Pd cittadino è transitata nel partito della destra nazional popolare della signora Meloni. Questa è storia però, la conoscete già.
Accade comunque che, al solo pronunciare il nome della Minchella, dai banchi dell’opposizione partone le cannonate. Con la vocina di Alice nel paese delle meraviglie che le viene sempre bene, si indigna la Frontini. Mentre, mostrando gli occhi da matto, alza i toni Barelli, al quale replica, educatissimo come è nel suo stile, Insogna: “Sei un poveraccio”. Tutti se la ridono, ma siccome siamo in videochat nessuno se ne accorge. A ruota, con la faccia a mo’ di chi sta per vomitare, mostra nausea Lina Delle Monache, mentre Erbetti parla e sparla, nessuno capisce quello che dice e ride (ma di che lo sa solo lui).
A difendere la Minchella arrivano Giulio Marini (grandioso come sempre nel dire tutto per non dire niente, da cui derivò il celeberrimo “per cambiare non cambiare”) e Scardozzi. Gli animi si surriscaldano, ma tutte chiacchiere a vuoto per mezz’ora. Tempo perso. Amenità a ripetizione che manco al bar. Attenti, però: adesso, solenne come una sacerdotessa, parla lei, la nuova presidentessa della prima commissione: “Le mie scelte politiche le ho spiegate (nessuno comunque le ha ancora capite, ndr). Credo di dover essere giudicata su come mi comporto e su quello che faccio. Non posso accettare lezioni di moralità. Penso di non dovermi giustificare, eventualmente sarò giudicata dagli elettori se dovessi decidere di ripresentarmi”.
Brusio nell’aula e, via chat, il coming out della Lotti: “Siamo vergognosi tutti”. Applausi.