Mentre continua l’attività sismica attorno al lago di Bolsena, oltre trenta sindaci dell’Alta Tuscia, e dei territori vicini dell’Orvietano e della Bassa Toscana, scrivono alla Protezione civile, alla Regione e al Governo nazionale per chiedere di fare il possibile per bloccare la centrale geotermica a Castel Giorgio in provincia di Terni e fermare gli altri progetti di sfruttamento energetico che sono stati presentati negli ultimi anni.
Tra i sindaci che hanno firmato l’appello quelli di Bolsena, San Lorenzo Nuovo, Montefiascone, Graffignano, Gradoli, Latera, Tuscania, Castel Viscardo, Allerona e Acquapendente: “Sul territorio del lago di Bolsena e zone limitrofe – si legge nello scritto – sussistono vari titoli minerari per lo sfruttamento della risorsa geotermica che interessano i nostri comuni. Il territorio per le sue peculiarità presenta gravi criticità geologiche, idrogeologiche e strutturali. Inoltre, una vasta letteratura ha evidenziato i rischi associati ad attività di esplorazione, trivellazione e estrazione e reiniezione di fluidi in sistemi idrotermali che presentano analogie con le criticità del nostro territorio”.
Si teme insomma che le perforazioni e l’aspirazione dei fluidi e dei gas contenuti nella crosta terrestre possano innescare ulteriori movimenti tellurici in un’area già di per sé ad alto rischio sismico.
Una curiosità storica: l’11 giugno 1695 un terremoto sconvolse Bagnoregio che si trova pochi chilometri a nord dell’epicentro. Il sisma, di magnitudo 5.7 ed intensità VIII della Scala Mercalli, venne avvertito anche a Roma ma fortunatamente, data anche la zona poco popolata in cui sviluppò la sua massima potenza, le vittime accertate si attestarono intorno alle 200 unità. A seguito di quell’evento, nel vicino lago di Bolsena si verificò uno tsunami con le acque che invasero le campagne circostanti. Alcuni storici parlano di un run-up pari ad almeno 3 metri, forse 4. Non tutti i ricercatori sono però concordi sull’altezza delle onde anche perché le testimonianze al riguardo sono alquanto scarse: secondo alcuni le acque sarebbero entrate in profondità nelle campagne circostanti il lago per almeno 3 chilometri. In ogni caso l’evento dovrebbe rappresentare il principale fenomeno di movimento delle acque dovuto ad un terremoto in un lago italiano.