La crisi al Comune di Civita Castellana sembra rientrata. Almeno per ora. In futuro si vedrà. Sotto la cenere covano infatti ancora carboni accesi. Il senatore Fusco, preoccupato della ricaduta negativa di immagine che lo avrebbe investito e del crollo di vari equilibri che si sono creati a livello provinciale, ha convinto il sindaco Caprioli a procedere al rimpasto come chiesto dai consiglieri della Lega capeggiati da Turchetti. Questa la versione ufficiale dei fatti. E comunque, adesso niente mozione di sfiducia come i Turchetti’s Boys minacciavano e niente dimissioni del primo cittadino, assolutamente infastidito da tutta questa situazione al punto di aver pensato di gettare la spugna mandando a casa una maggioranza di centrodestra omogenea sulla carta, ma nei fatti divisa in più fazioni.
A dir la verità, finora sui reali motivi dello scontro è stato fatto trapelare poco. Senz’altro, appare poco credibile che tutto sia nato con il generico scopo di imprimere più vigore all’azione amministrativa (un modo per dire tutto e il contrario di tutto). Si sussurra ad esempio che tra le cause delle liti ci sarebbero deleghe importanti quali l’ambiente e i lavori pubblici, oggetto di una diversa visione da parte delle varie componenti di centrodestra. Vedremo.
Non si può però non rilevare una singolare coincidenza: e cioè che la deflagrazione della crisi è avvenuta nel momento in cui si è cominciato a parlare dei sette progetti di impianti rifiuti e cave presentati negli ultimi mesi. Sarà interessante perciò vedere se Caprioli in fase di rimpasto andrà a toccare la delega all’ambiente. Altrettanto interessante sarà scoprire la posizione che assumerà, sulle politiche ambientali della Bassa Tuscia, l’amministrazione provinciale a trazione sinistra-destra, plasticamente rappresentata dai due assi che in virtù dell’accordo trasversale fatto a Palazzo Gentili oggi si intersecano: quello di Nocchi-Panunzi-Regione e quello di Marini-Comune di Viterbo-Lega-FdI.